Sonia Gandhi: Le promesse del governo Modi solo “parole al vento”

Si svolge oggi il meeting del Congress Working Committee, organo decisionale del Congress Party. Ci si aspetta il rinnovo della presidenza di Sonia Gandhi e la conferma della vicepresidenza al figlio Rahul. Il rinnovo del partito dopo la sconfitta elettorale del 2014. Le critiche alla legge “anti-contadini” e alla deriva nazionalista indù del Bjp.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - Ora per tutti è “diventato chiaro che le promesse fatte dal premier Narendra Modi in campagna elettorale non sono state altro che parole al vento (hawa baazi). Il governo di Modi ha fallito miseramente nell’abbinare le parole ai fatti, gli annunci pubblici agli effettivi traguardi, le dichiarazioni da prima pagina alla sostanza”. Lo ha detto stamattina Sonia Gandhi in apertura del meeting del Congress Working Committee (Cwc, v. foto), organo decisionale dell’Indian National Congress Party, riunito nella capitale indiana per discutere di rinnovo della leadership, della struttura organizzativa del partito e di rappresentanza a livello nazionale.

Sonia Gandhi guida il Congress Party da 17 anni (dal 1998) ed è la leader più longeva del partito. Secondo la stampa locale, i membri del Cwc dovranno decidere oggi il rinnovo della sua presidenza per un altro anno [il termine è previsto per la fine del 2015, ndr] e la conferma del figlio Rahul alla vice-presidenza. Si allontanerebbe quindi la data della successione del politico 45enne alla madre, secondo alcuni dedito al rinnovo del partito dopo la sconfitta elettorale dello scorso anno, che ha portato al governo di Bjp (Bharatiya Janata Party, partito nazionalista indù) di Modi.

La presidente ha attaccato in modo aspro il governo dell’Unione, che “con slogan tipo Make in India ha promesso la creazione di nuovi posti di lavoro. La realtà dei fatti è che l’economia è in calo”, come mostrano i dati del trimestre aprile-giugno 2015. Il rallentamento della crescita e la riforma delle norme sul lavoro hanno portato la scorsa settimana circa 150 milioni di lavoratori a scendere in piazza e attuare uno sciopero generale di 24 ore.

La leader del Congress ha parlato anche della questione ancora aperta delle terre contese con il Pakistan, che crea un clima di continua instabilità politica e sta riaccendendo accese polemiche proprio in questi giorni con la “minaccia” del capo dell’esercito pakistano di “rispondere in modo adeguato a ogni tipo di minaccia interna ed estera”.

Sonia Gandhi ha parlato a lungo contro il Land Acquisition Bill [una serie di emendamenti che modificano il Right to Fair Compensation and Transparency in Land Acquisition, Rehabilitation and Resettlement Act 2013 – LARR Act 2013, ndr], colpevole di rendere più facili gli espropri dei terreni dei contadini poveri da parte delle grandi aziende. “Tutti i partiti politici - ha detto - e la società civile dovrebbero unirsi a noi nella lotta contro questa legge ‘anti-contadini’. Il governo di Modi invece rimane insensibile di fronte alla sofferenza degli agricoltori [che preferiscono suicidarsi piuttosto che cedere i terreni - ndr], abbandonati a loro stessi persino in questo momento di grave siccità o piogge eccessive”.

Un ultimo pensiero è andato alla deriva fondamentalista del partito Bjp al governo, “controllato il modo diretto dai radicali indù dell’Rss [Rashtriya Swyamsevak Sangh, gruppo paramilitare ultranazionalista indù - ndr]. La scorsa settimana il Paese ha capito quello che era evidente da lungo tempo” [il riferimento è al convegno degli affiliati del Sangh Parivar, a cui hanno partecipato anche ministri di spicco dell’Unione - ndr].