Sondaggio: Palestinesi sempre più delusi da Usa e Israele, appoggiano Hamas
Sfiducia verso gli israeliani che non vogliono la pace; Barack Obama non cerca la soluzione dei due Stati; cresce del 18% in tre mesi l’appoggio ad Hamas, ma è basso proprio a Gaza, dove essi regnano.
Beit Sahour (AsiaNews) – Oltre il 50% dei palestinesi pensa che Israele non abbia alcun interesse a fare la pace con loro. Quasi la stessa percentuale afferma che i dialoghi indiretti, tanto voluti dagli Stati Uniti, saranno un fallimento. Vi è una netta critica contro Washington e Barack Obama, che l’80% dei palestinesi vedono legati mani e piedi alla politica israeliana e una crescita dell’appoggio ad Hamas (oltre il 30%), con un incremento del 18% in pochi mesi.
È quanto emerge da un sondaggio del Palestinian Center for Public Opinion, diffuso ieri, basato su interviste avvenute dal 17 giugno al 2 luglio su oltre 1000 palestinesi della West Bank, Gerusalemme est e Gaza.
Nel periodo del sondaggio i media erano pieni di notizie sulle conseguenze dell’attacco alla flottiglia di attivisti che voleva rompere il blocco della Striscia, come anche delle promesse di Obama e di Netanyahu a cominciare presto i dialoghi diretti fra Israele e palestinesi, mentre dura il “congelamento” sugli insediamenti israeliani nella West Bank e a Gerusalemme est. In realtà gli stessi media israeliani continuano a segnalare la crescita di tali insediamenti. Proprio ieri il Consiglio municipale di Gerusalemme ha dato il via per la costruzione di 32 nuovi appartamenti nella zona di Pisgat Ze'ev.
Giorni fa il gruppo B’Tsalem, un’associazione israeliana per i diritti umani, ha denunciato che gli insediamenti ebraici nella West Bank coprono l’1% del territorio, ma hanno giurisdizione sul 42% della Cisgiordania, rendendo quasi impossibile l’idea di un futuro Stato palestinese.
Non stupisce perciò che nel sondaggio, il 52,5% dei palestinesi affermi che i dialoghi indiretti fra Israele e Autorità Palestinese sono destinati al fallimento. Una percentuale di poco superiore (53,3%), crede che Israele non sono preoccupati di fare la pace con i palestinesi.
Alla sfiducia verso Israele fa da contrappeso la crescente fiducia verso la leadership di Hamas, che registra un incremento del 18,7% dall’ultimo sondaggio (svolto in aprile). Secondo Nabil Kukali, direttore del Centro, tale stima forse è causata dalla “solidarietà popolare contro l’assalto israeliano sugli aiuti umanitari della flottiglia diretta a Gaza, come pure alle aperture dei passaggi fra Gaza e l’Egitto, volute dal governo del Cairo, e infine, ma non da ultimo, alla riduzione delle misure dell’embargo annunciate e messe in opera – almeno parzialmente- da Israele”.
Un fatto stupefacente è che la crescita di fiducia in Hamas è forte nella West Bank (41,3%), mentre è bassa (19,8) nella Striscia di Gaza, dove l’organizzazione militante islamica ha il suo comando.
Rimane stabile, invece, l’appoggio a Fatah nella West Bank (48,2%) e a Gaza (42,1%), con una media del 46%. Ciò mostra anche che l’appoggio a Fatah nella Striscia di Gaza è il doppio rispetto a quello per Hamas.
Fra i risultati più significativi del sondaggio, vi è la crescente frustrazione dei palestinesi verso la politica degli Stati Uniti. Nel giugno scorso, in un discorso al Cairo, Barack Obama aveva lanciato tutto il suo peso per esigere il congelamento degli insediamenti dei coloni israeliani e per giungere a una pace con due Stati. Ma ormai il 76,5% pensa che Obama non sostiene il progetto dei due Stati e una percentuale simile (73,3%) afferma che gli Usa sostengono “con forza” Israele. Un altro 19,5% pensa che gli Usa sostengano “in qualche modo”. Solo il 2,6% pensa che Washington non sostiene per nulla Israele.
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