Sochi 2014, Navalny pubblica le "prove" sulla corruzione degli amici di Putin
Mosca (AsiaNews) - A dieci giorni dall'apertura dei Giochi invernali di Sochi, il blogger e oppositore politico russo Alexei Navalny e la sua "Fondazione per la lotta contro la corruzione" hanno reso pubblici i costi reali dell'evento sportivo con cui Mosca mira a rilanciare l'immagine del Paese all'estero. Il progetto - che mira a denunciare con documenti alla mano la corruzione e i conflitti d'interesse dietro l'organizzazione delle Olimpiadi più costose della storia - è disponibile su un sito internet, lanciato il 27 gennaio in russo e in inglese, e definito dallo stesso Navalny come una sorta di "enciclopedia delle spese".
Su sochi.fbk.info si fanno i conti dei costi sostenuti, dal settore pubblico e privato, per la costruzione dei 30 principali progetti realizzati per le Olimpiadi, che si aprono il prossimo 7 febbraio sul Mar Nero. Di questi siti, almeno 10 sono costati 1,5-2,5 volte di più, rispetto a quello che si poteva spendere per imprese simili. Il progetto punta il dito anche contro gli investitori privati, che hanno partecipato ai lavori, mettendo in luce evidenti conflitti d'interessi. "La maggior parte di questi investitori - si legge nel comunicato con cui si annuncia il lancio del sito - risulta direttamente o indirettamente legata allo Stato". Le commesse principali sono state vinte da Arkadi Rotenberg, amico di infanzia del presidente Vladimir Putin, che ha chiuso contratti per il corrispettivo di 6,9 miliardi di dollari. A lui, la Fondazione di Navalny assegna la medaglia d'oro per la categoria "frode", in una personale e sarcastica classifica, che premia funzionari pubblici e costruttori che si sono distinti per cause poco lodevoli come corruzione e danni ambientali.
L'analisi si basa su indagini della stessa Fondazione, come pure materiale stampa e studi di attivisti sul campo.
Le prime Olimpiadi a svolgersi in Russia dopo il crollo dell'Urss saranno anche le più costose della storia. Sono stati spesi ufficialmente 51 miliardi di dollari per la competizione iridata. Di questa somma, Navalny sostiene che 26,1 miliardi siano arrivati direttamente dalle casse pubbliche, a differenza di quanto sostiene il Cremlino secondo il quale il grosso delle spese è stato sostenuto dai privati. Per l'oppositore infatti, Mosca include tra i privati anche compagnie a controllo statale come Gazprom e Ferrovie russe. Per questo, secondo i calcoli della Fondazione contro la corruzione, meno del 4% delle spese totali viene da società veramente private.
Di recente, Putin ha escluso "seri fatti di corruzione" nei preparativi per Sochi 2014, spiegando come "fisiologica" la lievitazione dei costi. Intervistato dal New York Times, Andrey Miroshnichenko, un analista indipendente, ha messo in dubbio che l'iniziativa di Navalny porti a un dibattito politico significativo su come sono stati spesi i soldi pubblici. "Tutti sanno come si fa business qui - ha detto - i costi eccessivi sono considerato un modo per ridistribuire la ricchezza dello Stato". (N.A.)
02/01/2018 08:54