Sochi, niente Olimpiadi per la Corea del Nord
Seoul (AsiaNews) - Per la prima volta dopo 12 anni, la Corea del Nord non avrà alcun rappresentante ai Giochi olimpici invernali. L'edizione di quest'anno si aprirà a Sochi, in Russia, il prossimo 7 febbraio. Il Comitato organizzatore, che nella lista dei Paesi ha inserito solo la voce "Korea", conferma che nessun atleta del Nord sarà presente alla manifestazione.
L'esclusione si spiega con la mancata qualificazione degli sportivi nordcoreani nelle discipline invernali. Ma il Comitato olimpico di Sochi aggiunge che al regime di Pyongyang non è stata concessa neanche la "wild card", l'ingresso agevolato per le nazioni in via di sviluppo o sotto-sviluppate, inventata per promuovere gli sport nei Paesi meno attrezzati o più poveri.
In ogni caso, sembra che il governo del Nord voglia lo stesso inviare Kim Yong-nam (il "capo dello Stato" nordcoreano, la cui carica è solo cerimoniale) alla festa di apertura. Non è chiaro se il governo russo accetterà, dato che per tradizione all'apertura dei Giochi prendono parte solo i capi di Stato e di governo delle nazioni rappresentate in quell'edizione.
L'assenza nordcoreana rappresenta un ulteriore campanello d'allarme per la situazione generale della Corea del Nord. Fondato su principi autarchici, il regime guidato da Kim Jong-un ha sempre dato molto peso alle attività sportive, celebrando gli atleti vittoriosi come "eroi della Rivoluzione". Nella dottrina Juche (elaborata dal padre della patria Kim Il-sung), la questione sportiva è vista come "determinante" per affermare a livello internazionale i "grandi risultati" ottenuti dall'istruzione sportiva nel Paese.
Insieme ai soldati e agli scienziati, gli sportivi sono considerati "cittadini di primo livello" e ricevono il meglio di tutto ciò che si può trovare in Corea del Nord, dall'alimentazione al vestiario, passando per i medicinali.
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