16/12/2007, 00.00
TURCHIA
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Smirne: p. Franchini è fuori pericolo

Lo conferma ad AsiaNews mons. Luigi Padovese, Vicario apostolico dell’Anatolia, che aggiunge: “Sulla matrice di questo gesto si possono fare soltanto ipotesi, ma quel che è certo è che continuano le aggressioni contro i cristiani. Sull’albero sano della Turchia vi sono molti rami malati”.
Smirne (AsiaNews) – Il frate cappuccino accoltellato questa mattina a Smirne, p. Adriano Franchini, “è stato operato ed ora è fuori pericolo, perché la lama non ha colpito alcun organo vitale ma soltanto una parte molle dell’intestino. Non si sa ancora nulla del suo aggressore, ma le indagini vanno avanti”. Lo conferma ad AsiaNews mons. Luigi Padovese, Vicario apostolico dell’Anatolia.
 
L’aggressione ai danni di p. Franchini, dice mons. Padovese, “non ha per ora una colorazione particolare, perché fino a che non si cattura il responsabile non si può dire cosa l’abbia spinto. Si possono fare delle ipotesi, ma di fatto si deve segnalare che, ancora una volta, un atto di violenza ha colpito un sacerdote cattolico in Turchia”.
 
Certamente, riprende il presule, “si può dire che la situazione non è delle migliori: da parte di certa stampa turca emerge ancora un respiro anti-cristiano e xenofobo e sono emerse delle connivenze a livello di polizia e politiche per quanto riguarda la strage di Malatya [dove il 18 aprile scorso vennero uccisi tre cristiani, due turchi ed un tedesco, che lavoravano presso una casa editrice “colpevole” di stampare Bibbie ndr].
 
Tuttavia, “non si può dire che questo respiro colpisce tutto il Paese: sull’albero sano della Turchia vi sono molti rami malati, che vogliono inquinare la situazione. Questi atti non sono approvati dalla stragrande maggioranza della popolazione, e neanche dal governo, perché ci si rende conto danno un’immagine sbagliata della nazione e del popolo turco”.
 
Lo conferma anche “l’attenzione particolare del governo per la minoranza cristiana: dopo l’attentato che è costato la vita a don Andrea Santoro, è stata assegnata una scorta a tutti i religiosi cristiani, che mi segue ancora. Certo, proprio questa scorta è anche un modo per riconoscere che i problemi ci sono”.
 
Il superiore della Custodia di Turchia, p. Franchini, era appena rientrato in Turchia dopo una lunga permanenza in Italia, dove aveva ricevuto diverse cure mediche. Si trovava per caso nella parrocchia di Bayrakli, a Smirne: egli è infatti il curatore della “Meryem Ana Evi” la Casa di Maria ad Efeso.
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