Siro-malabaresi: dal 3 luglio fuori dalla Chiesa chi non segue il 'rito unificato'
Nuovo ultimatum ai ribelli dell'arcivescovo maggiore Thattil e dell'amministratore apostolico dell'arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly. La data scelta è quella della festa dell'apostolo Tommaso allacui discendenza si rifanno i cristiani di rito siriaco. La dura replica di Almaya Munnettam, il gruppo che con più veemenza rifiuta la soluzione liturgica adotttata dal Sinodo locale nel 2021: bruciate copie della circolare davanti alla csa del vescovo.
Kochi (AsiaNews) - Un nuovo ultimatum nella disputa sulla liturgia che da anni ormai divide profondamente la Chiesa siro-malabarese. Ma anche un nuovo rifiuto da parte dei gruppi organizzati di sacerdoti e laici che nell’arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly rifiutano di adottare il “rito unificato” nella celebrazione eucaristica. Nonostante la sostituzione dell’arcivescovo maggiore e l’invito all’unità ribadito ancora poche settimane fa da papa Francesco, si va verso un nuovo scontro in questa antica Chiesa di rito orientale indiana.
L'arcivescovo maggiore Raphael Thattil e l'amministratore apostolico dell'arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly Bosco Puthur hanno ordinato ai membri dell'arcidiocesi e ai sacerdoti di seguire il sistema della Messa unificata a partire dal 3 luglio 2024, data in cui si celebra la festa di san Tommaso, da cui i cattolici di tradizione siriaca di tutto il mondo rivendicano la discendenza. Disattendere la circolare e non aderire alla liturgia unificata raccomandata dal Sinodo locale - avvertono i due ecclesiastici - equivarrebbe a sfidare il papa, portando a uno scisma. Nella circolare si dice che il rito in vigore dal 28 novembre 2021 nella Chiesa siro-malabarese - e che con una soluzione di compromesso tra due forme celebrative diverse prevede che il celebrante si volti verso l’altare solo durante la preghiera eucaristica – dovrà essere adottato dal 3 luglio anche nell'arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly, che finora l’ha sempre rifiutato sostenendo che occorre che durante tutto il rito il sacerdote sia rivolto verso l’assemblea.
Da quel giorno - scrivono l’arcivescovo Thattil e mons. Puthur - i sacerdoti che disobbediranno saranno considerati fuori dalla comunione della Chiesa cattolica. Senza alcun altro avviso, dunque, verrà vietato loro di svolgere le funzioni sacerdotali nella Chiesa siro-malabarese. E anche ai sacerdoti che si trovano fuori dall'arcidiocesi per motivi di servizio o di studio viene chiesto di presentare entro il 3 luglio all'amministratore apostolico una dichiarazione scritta in cui esprimono la loro disponibilità ad aderire al “rito unificato”. I vescovi chiedono espressamente anche ai fedeli laici di non partecipare a “liturgie celebrate in contrasto con il rito unificato” e dichiarano che anche i matrimoni benedetti da sacerdoti non più in comunione con il resto della Chiesa siro-malabarese non saranno considerati validi.
Il nuovo ultimatum è stato già rigettato al mittente da Almaya Munnettam, l’associazione laicale dell'arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly che con più veemenza si oppone al rito unificato. Il gruppo dichiara l’intenzione di impedire la lettura della circolare nelle parrocchie, richiesta dall’arcivescovo Thattil per il 16 giugno. Il gruppo ha anche bruciato alcune copie del testo davanti alla casa del vescovo. Per il portavoce Riju Kanjookkaran “non sarà accettato alcun tentativo di imporre una decisione sulla questione della Messa, poiché il sinodo arcidiocesano si riunirà qui il 14 giugno per discuterne”. Il gruppo ribelle ha anche minacciato di menzionare solo il nome del papa nelle preghiere durante la liturgia dopo il 3 luglio, se il sinodo insiste nell'implementazione del rito unificato.
28/08/2021 11:15