Siria, trattative per liberare le suore di Maaloula. L'appello del vescovo di Homs
Homs (AsiaNews) - Continuano le trattative per le 12 religiose greco-ortodosse e le 3 giovani laiche rapite a Maaloula lo scorso 2 dicembre dagli estremisti islamici della brigata Ahrar al-Qalamoun. Mons. Mario Zenari, nunzio vaticano a Damasco, conferma ad AsiaNews, che "sono avvenuti alcuni contatti con i sequestratori, ma al momento non vi sono novità su una liberazione delle suore".
Il prelato precisa però che "questo sequestro è molto diverso" dai rapimenti di personalità della Chiesa cattolica e ortodossa avvenuti quest'anno. Le religiose hanno avuto la possibilità di avere contatti telefonici con l'esterno e diversi diplomatici stranieri stanno cercando un accordo con i sequestratori. "Tali condizioni fanno ben sperare per un loro futuro rilascio". Da mesi è invece calato il silenzio sulla situazione di mons. Yohanna Ibrahim, della Chiesa siro-ortodossa, e di mons. Paul Yazigi, metropolita greco-ortodosso, di cui non si hanno notizie certe dal 22 aprile scorso giorno del loro rapimento. Stessa sorte è toccata a p. Michel Kayyal (armeno-cattolico) e p. Maher Mahfouz (greco-ortodosso) sequestrati invece a febbraio.
Il rapimento delle religiose, conosciute in tutta la Siria per il loro lavoro di carità con gli orfani di qualsiasi credo ed etnia, ha scioccato l'opinione pubblica locale e mondiale. Nonostante le rassicurazioni fatte dalle stesse suore nel video messaggio diffuso da al-Jazeera vi sono timori sulle loro condizioni e sulla loro sorte futura. Lo scorso 11 dicembre mons. Selwanos Boutros Alnemeh, vescovo siro-ortodosso di Homs e Hama ha lanciato un appello per la loro liberazione immediate denunciando "il grave crimine" commesso dagli estremisti islamici. "Siamo giunti al punto in cui anche le suore vengono rapite - ha affermato il prelato- Cosa hanno fatto di sbagliato? Con questo gesto i rapitori vogliono dimostrare che non hanno pietà per nessuno".
Fonti di AsiaNews, anonime per motivi di sicurezza, confermano che a Yabrud vi sono anche altre tre abitanti di Maaloula: l'autista delle religiose e altri due giovani. Essi sono stati rapiti durante l'assedio del villaggio cristiano e condotti a Yabrud città nella mani dei ribelli e sotto il controllo di Hamdi Abu Azzam al-kuwait, kuwatiano di origine siriana vice di Malik al- Talli, comandante di Jabat al-Nusra.