Siria, parte da Latakia la prima nave carica di armi chimiche
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Mentre nella Siria settentrionale infuria la triplice battaglia fra esercito di Bashar al-Assad, ribelli e al-Qaeda, prosegue il programma di smantellamento degli arsenali chimici da parte dell'Opcw (Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons) e Onu. La prima nave con un carico di materiale chimico ha lasciato ieri sera il porto di Latakia. L'imbarcazione, battente bandiera danese, resterà in acque internazionali fino all'arrivo di un nuovo carico di materiali chimici in porto. Il servizio di sicurezza è garantito da Danimarca, Norvegia, Repubblica araba siriana, Russia e Cina.
Gli agenti chimici più letali stoccati nei depositi del regime siriano dovevano lasciare il Paese già lo scorso 31 dicembre 2013, ma gli operatori non sono riusciti a rispettare la tabella di marcia a causa del rischio di attacchi da parte dei ribelli, per il maltempo e le condizioni proibitive delle strade. Il governo siriano ha ripreso da poco il controllo dell'autostrada che collega Damasco alla costa e i convogli dell'Opcw sono continuamente esposti a imboscate dei miliziani dell'opposizione.
Finora l'Opcw non ha rivelato la percentuale esatta del materiale chimico rimosso il cui totale ammonta a circa 1300 tonnellate, comunicando solo che sulla nave danese sono presenti nove contenitori con gli agenti più pericolosi. L'accordo firmato in settembre dal regime siriano con l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche sotto la supervisione di Stati Uniti e Russia prevede entro giugno 2014 la rimozione di tutti gli arsenali e le scorte di materiali necessari per creare armi di distruzione di massa. Secondo il piano, i prodotti chimici saranno verranno trasportati da Latakia a un porto in Italia dove saranno trasferiti su una nave della marina statunitense specializzata nella distruzione in mare di agenti chimici.
Intanto ad Aleppo e Idlib (Siria settentrionale) continua la lotta intestina fra i ribelli islamisti siriani e gli estremisti islamici dello Stato islamico dell'Iraq e del levante. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani almeno 274 miliziani sono morti negli scontri armati.
17/05/2018 08:48