Siria, l’esercito di Assad alla "riconquista" di Homs
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Al decimo giorno dall'inizio dell'offensiva del regime nella città di Homs, almeno due terzi delle aree controllate dai ribelli sono andati distrutti. Lo dice il direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Abdel Rahman, che spiega: "Tutte le città della Siria hanno subito la violenza del regime, ma le immagini che giungono da Homs mostrano una distruzione da guerra mondiale".
Con un popolazione di circa 800mila abitanti, Homs è la terza città della Siria per importanza ed estensione. Situata a 140 km. a nord di Damasco, è in una posizione strategica per il controllo della regione centrale del Paese. Media di Stato e fonti anti-governative concordano nel dire che, in seguito agli attacchi dei giorni scorsi, l'esercito regolare controlla buona parte dei quartieri di Khaldiyeh e Bab Hud, oltre che numerosi edifici nel centro della città. Secondo molti attivisti, da dieci giorni a questa parte il regime sta perpetrando la più violenta azione repressiva dall'inizio delle ostilità nel 2011.
"Ad Homs è in atto un vero e proprio disastro umanitario - ha dichiarato Ahmad Assi Jarba, capo neoletto del Consiglio nazionale siriano - il presidente al-Assad, il cui esercito era prossimo al collasso, si è risollevato solo grazie al soccorso dei miliziani di Hezbollah e del governo iraniano".
Ahmad Jarba, che ha proposto al regime una tregua temporanea per l'inizio del Ramadan (domani, martedì 9 luglio), è stato eletto a Istanbul il 6 luglio scorso. Subentrato a Moaz al-Khatib nel ruolo di presidente del Consiglio nazionale siriano, è sostenuto dall'Arabia Saudita e ha prevalso per tre voti su Mustafa al-Sabbagh, considerato invece più prossimo al Qatar.