Siria, a Ginevra governo e opposizione. Ma nasce un nuovo fronte jihadista
Damasco (AsiaNews/ Agenzie) - La conferenza di pace per la Siria, in programma il prossimo gennaio 2014 a Ginevra, risente dell'accordo sul nucleare fra Iran e Consiglio Onu di sicurezza (più la Germania) e raccoglie il consenso e del governo e di una parte dell'opposizione. Ieri, il governo siriano ha confermato che parteciperà all'incontro con una delegazione ufficiale, ma senza il presidente Bashar al-Assad che darà direttive ai suoi delegati, seguendo però i colloqui da Damasco.
Il clima più disteso rispetto ai precedenti tentativi di colloquio si deve alla posizione più conciliante di Turchia e Iran, che sostengono le parti operando su fronti opposti: Ankara è insieme ad Arabia Saudita e Qatar il maggiore sponsor dell'opposizione, Teheran attraverso la milizia sciita Hezbollah finanzia e sostiene il regime di Bashar al-Assad. Ieri, Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano, durante una conferenza stampa insieme al suo omologo turco Ahmad Davutoglu in visita in Iran, ha dichiarato che "Turchia e Iran hanno le medesime posizioni su molte questioni", inclusa quella siriana. I due ministri hanno entrambi sottolineato che "la crisi siriana non si può risolvere con le armi". Zarif ha aggiunto che "se sarà invitato" parteciperà alla conferenza di Ginevra. Da parte sua Davutoglu ha precisato che Ankara sarà al fianco di Teheran per imporre a "tutte le parti di rispettare il cessate il fuoco".
Fonti del ministero degli Esteri precisano però "che la principale priorità dei delegati sarà quella di fermare il terrorismo" e che "non andranno a Ginevra per cedere il potere". A Ginevra vi saranno anche i rappresentanti del Consiglio nazionale siriano, come annunciato ieri da Ahmad al-Jarba, leader del Cns in una conferenza stampa al Cairo.
Tuttavia il Cns rappresenta solo una parte minore dell'opposizione al regime di Assad. Il Free Syrian Army, braccio armato del Consiglio nazionale siriano, rappresenta ormai solo il 20% delle forze in campo contro il regime. Il restante 80% è formato da gruppi islamisti spesso alle dipendenze di eserciti organizzati come Jabat al-Nusra, Jaish al-Islam e Islamic State of Iraq and the Levant (Isis). A dare un ulteriore colpo all'unico organismo laico dell'opposizione è la nascita lo scorso 26 novembre dell'Islamic Front, coalizione che rappresenta i sette principali movimenti jihadisti presenti sul territorio siriano. In un messaggio diffuso su internet i rappresentanti del gruppo dichiarano che il loro "obiettivo è creare in Siria uno Stato islamico". Per l'Islamic Front, l'occidente ha tradito il popolo siriano: "I nostri obiettivi possono essere raggiunti solo attraverso la forza militare ". Gli estremisti "rifiutano l'idea di un governo civile e laico poiché esso contraddice l'Islam, che regola le vicende degli individui, della società e dello Stato".