Sinodo: card. Ouedraogo, non c’è nessun “blocco” conservatori e progressisti, ma volontà comune
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Non vedo questo blocco di cui parlate, non lo vedo nè in assemblea nè nei gruppi: per quelli che vorrebbero una categorizzazione in progressisti e conservatori, ma di volontà di andare avanti su questioni complesse”. Così il cardinale Philippe Ouedraogo, arcivescovo di Ouagadougou, ha risposto alle domande dei giornalisti, durante il briefing di oggi in Sala stampa vaticana. Analoghe risposte hanno dato il cardinale Ruben Salazar Gomez, arcivescovo di Bogotà e presidente del Celam, e il cardinale Vincent Gerard Nichols, arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, pure presenti al briefing.
Il card. Nichols ha anche affermato che la lettera dei 13 cardinali “non ha avuto nessun peso e nessuna enfasi sui lavori del sinodo”. “Per quello che mi riguarda - ha detto da parte sua padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa - vi invito ad andare avanti, oltre la questione della fatidica lettera, che mi sembra aver già avuto maggiore eco di quella che merita”.
Nel corso dell’incontro, un giornalista ha anche domandato a padre Lombardi, un chiarimento sul “perdono” chiesto dal Papa durante l’udienza generale. “Se il Papa usa una formula di carattere ampio e generale – la risposta di padre Lombardi - è questa la sua intenzione: non è compito mio farla diventare più ristretta o più larga di quello che il Papa ha voluto dire”. “Il Papa ha ascoltato la lettura del Vangelo che parlava degli scandali e allora ha fatto questa introduzione all’udienza generale”, ha aggiunto padre Lombardi, secondo il quale “se il Papa ha tenuto presente l’informazione dei media e dei giornali per la vita cittadina, ha fatto riferimento a Roma: non al sindaco, perché è un argomento politico”. “Il Papa sa che ci sono persone semplici, che a volte possono essere turbate o addolorate per notizie che si leggono”. “Per quanto c’è di responsabilità della Chiesa o di uomini di Chiesa, il Papa chiede perdono, se accanto a molti esempi positivi ci sono esempi negativi o cose che turbano”.
Tornando alle parole del card. Nichols, egli ha detto che, nel Sinodo, “c’è divergenza di opinioni, come è normale nelle famiglie, ma non dobbiamo farci prendere dall’ermeneutica del conflitto, come ha detto il Papa nel secondo giorno del Sinodo”. “Per capire la natura stessa del Sinodo - ha aggiunto il card. Salazar - non si tratta di contrapporre teologie o ideologie: bisogna cercare di capire la ricchezza della misericordia di Dio, ognuno partendo dalla sua propria situazione. Ciò che rende possibile che il Sinodo, a cui partecipano componenti così diverse, abbia una sola anima è la presenza del Signore risorto”. “Non vedo questo blocco tra conservatori e progressisti”, ha detto Ouedraogo.
"Il gruppo di cui sono membro - ha raccontato ancora il card. Nichols - sta creando relazioni non solo di colleganza, ma di amicizia; mi ha colpito moltissimo vedere questa creatività importante nei gruppi". Forse, ha osservato, il lavoro sull’Instrumentum Laboris ha "complicato il processo, perché abbiamo dovuto combinare due fonti in un unico documento, arricchire quello finale del precedente sinodo, con un suo flusso di pensiero e con i contributi giunti nel frattempo". L’arcivescovo britannico anche riferito di aver sentito oggi "molti gruppi dire che l’IL, nella parte seconda in particolare, ha bisogno di una ristrutturazione, di uno sprint, di un tema teologico forte per poter guidare tutti. Stamattina ci sono state in tal senso proposte e suggerimenti sul quadro teologico, tutti molto importanti e molto ricchi". Il porporato ha detto di pensare che “finora, in questo Sinodo, la espressione ’colonizzazione ideologica’ non sia stata così forte come è stata invece nel sinodo precedente, anche se c’è stato il riferimento a questa tematica”.
“Io - ha riferito il card. Ouedraogo - ho parlato di colonizzazione ideologica e dittatura del pensiero unico contro i poveri, questa mattina. I poveri, - ha aggiunto -
poveri sono molto deboli, per esempio bisogna adottare certe misure per poter avere fondi per paesi in via di sviluppo. Cerchiamo - ha esortato - di rispettare la visione degli altri, e anche voi giornalisti dovete insegnare il rispetto per i Paesi poveri, per far modo che anche i diritti fondamentali dei poveri siano rispettati”.
Quanto al lavoro del Sinodo, l’impegno è a guardare al futuro per rispondere a “tutti i dubbi e tutte le speranze” di oggi: si sta facendo uno “sforzo enorme” per ascoltare le voci delle famiglie e delle persone, in particolare di quelle che “vivono momenti difficili” e quindi hanno bisogno di un aiuto particolare. A guidare i lavori, ha aggiunto, la bellezza della dottrina della Chiesa cattolica su matrimonio e famiglia, in cui c’è una “fonte permanente” per qualsiasi risposta. Ha pure confermato come tra le proposte avanzate ci sia l’idea di Assemblee continentali che precedano i Sinodi.
A proposito dei lavori di oggi, padre Lombardi ha riferito che sono state ascoltate le relazioni dei circoli minori e ci sono poi stati 15 padri che sono intervenuti sulla terza parte dell’IL. “Siamo solo alla metà del Sinodo”, ha concluso padre Lombardi.