Sinodo: card. Martinez Sistach, la preparazione al matrimonio è necessaria, “meglio prevenire che curare”
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Le persone si sposano per essere felici e creare una famiglia, bisogna cercare di far sì che il loro matrimonio duri” e per questo la preparazione “è fondamentale. Meglio prevenire che curare”. Il card. Lluis Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona, ha espresso in questi termini la necessità di una accurata preparazione “sia remota che immediata” del matrimonio. Sull’importanza della formazione ha insistito, nel corso del quotidiano briefing sui lavoi del Sinodo sulla famiglia, anche il cardinale Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban (Sud Africa). “Questa – ha detto - è una delle maggiori sfide che dobbiamo raccogliere: come la vita religiosa anche il matrimonio è una vocazione e una missione”. Pochi mesi non bastano: occorre “un vero processo in cui le coppie possano discernere la propria vocazione”.
Il cardinale Martinez Sistach ha anche parlato del recente Motu proprio del Papa relativo alla riforma dei processi di nullità matrimoniale, sostenendo, tra l’altro, che “non in tutti i Tribunali ecclesiastici delle diocesi del mondo ci sono persone adeguatamente preparate” e che va incrementata la gratuità di tali processi. Sullo stesso tema, il card. Alberto Suárez Inda, arcivescovo di Morelia, in Messico, ha evidenziato che “noi vescovi abbiamo ora una maggiore responsabilità, il Papa ci riconosce come giudici misericordiosi a livello diocesano e dobbiamo quindi essere testimoni della Chiesa, madre di tenerezza”.
Il porporato messicano ha sottolineato anche il dramma dei migranti che crea moltissimi disagi alle famiglie non solo a causa della distanza geografica, ma anche per l’aspetto normativo che a volte impedisce il ricongiungimento familiare. A tal proposito, il porporato egli ha ringraziato i vescovi degli Stati Uniti per il grande lavoro di accoglienza che fanno con i migranti messicani.
Un’altra piaga che colpisce le famiglie, ha evidenziato, è quella della criminalità organizzata e della globalizzazione, che spesso lascia i giovani da soli nel processo educativo.
Rispondendo, infine, alla domanda di un giornalista, a proposito di un possibile viaggio del Papa in Messico, il cardinale Suarez Inda ha detto che “il fatto che il Papa abbia deciso di venire in Messico sicuramente è un motivo di immensa gioia per tutti noi, lo aspettiamo speranzosi: mancano solo le date e i luoghi che il Papa vorrà visitare”. “I temi del viaggio - ha aggiunto - saranno quelli proposti dall’attualità: la riconciliazione e la pace, ma anche le vittime della criminalità e del narcotraffico. Sicuramente il Papa visiterà delle carceri, sicuramente avrà incontri con i giovani, perché occorre guardare al futuro con grande speranza. Non siamo profeti di calamità ma uomini di speranza”. L’attesa visita del Papa, ha detto ancora Suarez Inda, “non
sarà tanto un balsamo, quanto un incentivo a impegnarci, in un Paese come il Messico dove oltre l’80 per cento della popolazione è cattolica”. Francesco, tra l’altro, “andrà a visitare il santuario di Guadalupe: questa è una certezza nella
sua visita. Sicuramente il Papa visiterà delle carceri, sicuramente avrà incontri con i giovani, perché occorre guardare al futuro con grande speranza. Non siamo profeti di calamità ma uomini di speranza”.
Da parte sua, padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha ricordato che questa mattina si sono conclusi i lavori dei tredici Circoli minori sulla terza parte dell’Instrumentum laboris, dedicata al tema “La missione della famiglia oggi”, le cui conclusioni verranno pubblicate domani mattina.
Oggi, al Sinodo, sono intervenuti anche alcuni uditori, tra i quali Lucetta Scaraffia, già docente di Storia contemporanea alla Sapienza, coordinatrice del mensile dell’Osservatore Romano “Donne Chiesa mondo”, che ha parlato della necessità, per la Chiesa, di “ascoltare le donne”. Le donne, ha sottolineato la Scaraffia, sono “le grandi esperte di famiglia: se usciamo dalle teorie astratte, specialmente a loro ci si può rivolgere per capire cosa bisogna fare, come si possono porre le fondamenta per una nuova famiglia aperta al rispetto di tutti i suoi membri, non più fondata sullo sfruttamento della capacità di sacrificio della donna, ma che assicuri a tutti un alimento affettivo, solidale”.