09/07/2024, 17.43
VATICANO
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Sinodo: trasparenza e rendicontazione come metodo anche per la Chiesa

Nell'Instrumentum laboris presentato oggi in vista della seconda sessione dell'Assemblea in programma a Roma ad ottobre la proposta che ha ogni livello chi ha autorità nella comunità ecclesiale renda conto di come porta avanti i piani pastorali. Tra i fondamenti della sinodalità la valorizzazione delle donne. Masulla questione dell'accesso femminile al diaconato il Sinodo non si pronuncerà.

Città del Vaticano (AsiaNews) - La Chiesa sinodale “ha bisogno di cultura e pratica della trasparenza e del rendiconto”. Non solo su temi come gli abusi sessuali e gli scandali finanziari. C’è bisogno che chi ha autorità al suo interno renda conto periodicamente alla comunità su come porta avanti “i piani pastorali, i metodi di evangelizzazione e le modalità con cui la Chiesa rispetta la dignità della persona umana, ad esempio per quanto riguarda le condizioni di lavoro all’interno delle sue istituzioni”. Come - del resto - nella stessa Chiesa degli apostoli si trovò a fare Pietro stesso, di fronte a chi gli chiedeva conto del perché avesse amministrato il Battesimo a un pagano come Cornelio (At. 11,2-3).

È una delle proposte più interessanti sull’esercizio concreto della sinodalità contenuta nell’’Instrumentum laboris della Seconda sessione della XVI Assemblea ordinaria del Sinodo che dal 2 al 27 ottobre sarà chiamata a Roma a trarre le conclusioni del percorso avviato ormai tre anni fa da papa Francesco e che ha coinvolto le Chiese di tutto il mondo nella riflessione su come vivere insieme comunione, partecipazione e missione. A partire dalla Relazione di sintesi elaborata al termine della prima sessione, tenuta in Vaticano nell’ottobre 2023, il Sinodo - anziché fermarsi su decisioni relative a singole questioni - aveva rilanciato alle comunità locali la domanda sul metodo: come essere Chiesa sinodale missionaria? Da ciascuno contesto sono giunte alla segreteria nuovi approfondimenti che - insieme al contributo arrivato dall’incontro mondiale “I parroci per il Sinodo” - hanno portato alla stesura dell’Instrumentum laboris, un lungo documento in 112 punti che costituirà la base della discussione dell’Assemblea di ottobre.

Nel frattempo su dieci tematiche emergenti su cui già nella prima sessione era emerso ampio consenso, papa Francesco ha affidato nel febbraio scorso a dieci gruppi di studio l’elaborazione di proposte dettagliate che dovranno essere presentate al pontefice entro il giugno 2025. Questi – nel dettaglio - i dieci ambiti su cui la riflessione delle commissioni è in corso: le relazioni tra Chiese Orientali Cattoliche e Chiesa latina; l’ascolto del grido dei poveri; la missione nell’ambiente digitale; il ministero del sacerdozio; specifiche forme ministeriali dei laici; le relazioni fra vescovi, religiosi ed aggregazioni ecclesiali; il ministero del vescovo (criteri di selezione dei candidati, funzione giudiziale, natura e svolgimento delle visite ad limina); il ruolo dei nunzi; le metodologie sinodali per un discernimento condiviso su questioni dottrinali, pastorali ed etiche controverse; la recezione dei frutti del cammino ecumenico nel popolo di Dio.

Al di là di questi nodi specifici - su cui una risposta definitiva non verrà dall’Assemblea di ottobre - l’Instrumentum laboris si concentra sui fondamenti e sulle dinamiche della sinodalità. Tra le questioni centrali indicate c’è il tema della valorizzazione delle donne nella Chiesa. Il testo sottolinea come in troppe culture “permane forte la presenza del maschilismo” e chiede “una più ampia partecipazione delle donne nei processi di discernimento ecclesiale e a tutte le fasi dei processi decisionali” insieme a “un più ampio accesso a posizioni di responsabilità nelle diocesi e nelle istituzioni ecclesiastiche”. Quanto al tema dell’ammissione al diaconato, l’Instrumentum laboris riconosce che la consultazione ha confermato l’esistenza di opinioni diverse; per questo non sarà discusso all’Assemblea sinodale, ma la riflessione teologica continuerà ancora.

Altro importante nodo - sottolineato nella parte terza del documento – è la questione dei luoghi della sinodalità, che tocca anche il tema dell’inculturazione. “L’esperienza del pluralismo delle culture e della fecondità dell’incontro e del dialogo tra di loro, è condizione di vita della Chiesa, non una minaccia alla sua cattolicità”, afferma l’Instrumentum laboris. Ci si interroga, ad esempio, sul volto di una Chiesa sinodale nelle grandi megalopoli dove “bastano poche fermate di metropolitana per attraversare i confini non della parrocchia, ma della diocesi”. In questo contesto gli stessi luoghi ecclesiali sono chiamati a essere “strade su cui camminare insieme”, con un’azione pastorale proiettata a “incontrare ogni uomo e ogni donna” là dove sono. Una dinamica che chiede un salto di qualità anche alle Chiese locali, chiamate a uno scambio di doni reciproco in una vera comunione ecclesiale.
 

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