Singapore nella coalizione internazionale anti-Houthi nel mar Rosso
La città-Stato parte attiva nella ““Operazione Prosperity Guardian” voluta da Washington per contrastare le azione dei ribelli filo-iraniani. Nel mirino glio attacchi contro il commercio marittimo globale in uno degli snodi chiave per l'Estremo Oriente. Negli ultimi giorni assaltate dai miliziani almeno 20 navi mercantili con l’utilizzo di missili.
Singapore (AsiaNews) - Singapore aderisce alla coalizione internazionale attiva nella “Operazione Prosperity Guardian”, iniziativa militare che vede coinvolti diversi Paesi e formata il 19 dicembre 2023 dagli Stati Uniti per rispondere agli attacchi dei ribelli Houthi dallo Yemen alle navi in transito nel mar Rosso. È quanto ha annunciato ieri in un intervento al Parlamento il ministro della Difesa Ng Eng Hen, che conferma il dispiegamento di personale delle Forze armate di Singapore (Saf) all’interno dell’alleanza marittima sorta per difendere i commerci globali in un’area dall’importanza strategica. Nei prossimi giorni è previsto l’invio di una squadra dell’Information Fusione Centre della marina, che dovrà contribuire alla condivisione delle informazioni. A questa si aggiunge un team di pianificatori per contribuire a livello operativo, oltre alla presenza di un alto ufficiale nel quartier generale in Bahrain delle Forze marittime combinate (Cmf), composto da 39 nazioni.
Le dichiarazioni del ministro Ng sono giunte in risposta a una questione sollevata dal deputato Desmond Choo sugli attacchi degli Houthi nel mar Rosso e quanto possano influire sulla sicurezza marittima di Singapore, oltre a chiarimenti sul ventilato coinvolgimento della Saf nelle operazioni.
“È nel nostro interesse - ha sottolineato l’alto funzionario governativo - che Singapore si unisca alla comunità internazionale, per proteggere e garantire che le principali linee di comunicazione marittime in tutto il mondo rimangano aperte; soprattutto se minacciate da atti illeciti da parte di attori non statali o gruppi terroristici”.
Inoltre, il ministro ha osservato che le forze filo-iraniane attive nello Yemen negli ultimi tre giorni hanno assaltato almeno 20 navi mercantili nel mar Rosso con l’uso di missili e cercato di dirottarne la rotta. Gli Houthi hanno anche attaccato la Maersk Hangzhou, una nave porta-container battente bandiera di Singapore e di proprietà della Danimarca. Da parte loro, i ribelli hanno dichiarato che i loro attacchi erano il modo per mostrare sostegno al gruppo terrorista palestinese Hamas nella sua guerra contro Israele nella Striscia di Gaza.
In seguito agli attacchi degli Houthi, tutte e cinque le maggiori compagnie di navigazione del mondo hanno sospeso i transiti attraverso il mar Rosso, che è la rotta di navigazione più breve tra Europa e Asia, ha quindi aggiunto Ng Eng Hen. Il ministro ha poi chiarito che l’impatto immediato degli attacchi in corso su Singapore dovrebbe essere limitato, poiché la maggior parte delle forniture critiche del Paese come cibo e prodotti farmaceutici, vengono consegnati per via aerea o non passano nell’area teatro degli attacchi.
I produttori locali dispongono con tutta probabilità anche di ampie scorte di magazzino per potersi tutelare a fronte di eventuali interruzioni delle forniture, ma il ministro ha sottolineato che desta grande preoccupazione fra gli imprenditori l’aumento cospicuo dei costi. Egli ha poi spiegato nel dettaglio l’operazione cui ha aderito Singapore nei mari, avviata dagli Stati Uniti il 19 dicembre scorso e in linea con i tre principi di cooperazione per la sicurezza marittima che Singapore ha espresso al Dialogo di Shangri-La nel 2005. Un accordo volto a contrastare, all’epoca, il fenomeno delle rapine e della pirateria marittima che minacciavano lo Stretto di Malacca e di Singapore.
Il ministro Ng ha detto che l’operazione militare si concentrerà nel mantenere libera una linea di comunicazione marittima chiave, sottolineando che Singapore per prima sarebbe pronta a chiedere aiuti internazionali in caso di simili attacchi in acque regionali. Per quanto riguarda Gaza, egli ha poi detto che Singapore e la Saf hanno continuato a tenere d’occhio gli sviluppi regionali e il continuo bisogno di assistenza umanitaria. Le Forze armate locali hanno accettato l’invito delle omologhe francesi a fornire due membri del personale medico, che presteranno servizio sulla nave francese Dixmude. Attraccata al porto di El Arish, in Egitto, la Dixmude è una nave ospedale riconfigurata, che ha curato e continua a curare le vittime di Gaza.
Tornando alla questione Houthi, in una dichiarazione congiunta pubblicata dalla sala stampa della Casa Bianca il 3 gennaio Singapore, insieme ad altri 13 Paesi, ha esortato le milizie ribelli a mettere fine agli attacchi, definiti “illegali, inaccettabili e profondamente destabilizzanti”. Quasi il 15% del commercio marittimo globale passa attraverso il mar Rosso, che funge da punto di ingresso al Canale di Suez. Oltre a Singapore, la dichiarazione è stata firmata da Stati Uniti, Australia, Bahrein, Belgio, Canada, Danimarca, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Gran Bretagna. La nota è arrivata poco dopo che i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno chiesto di fermare gli attacchi degli Houthi durante la prima riunione formale dell’anno, che si è tenuta sempre il 3 gennaio scorso.