Sindacato cinese: “forze ostili” sobillano lavoratori e disoccupati
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Per trattare con i lavoratori disoccupati occorre aumentare la sorveglianza della polizia e intervenire contro gli agitatori. E’ la convinzione di Sun Chunlan, vicepresidente della All-China Federation of Trade Unions (Acftu), sindacato cinese ufficiale, ubbidiente al Partito.
In una teleconferenza con funzionari statali, Sun ha insistito che le autorità debbono vigilare contro “le forze ostili interne e al di fuori della Cina che sfruttano le difficoltà delle imprese per infiltrarsi e creare problemi tra i lavoratori migranti”. A causa della crescente crisi economica, secondo dati ufficiali in Cina nel 2008 ci sono state almeno 87mila proteste di massa causate da problemi di lavoro, quali l’improvvisa chiusura di fabbriche senza nemmeno pagare gli ultimi salari.
La crisi economica globale ha fatto crollare le esportazioni cinesi verso Stati Uniti ed Europa. Come conseguenza, fonti ufficiali parlano di 20 milioni di posti di lavoro persi nel solo Guangdong, dove sono prodotte un terzo delle merci esportate. Inoltre non è raro che la ditta che chiude nemmeno paghi le ultime mensilità e la liquidazione agli operai licenziati. La difficile situazione induce le autorità a trascurare i diritti dei lavoratori, introdotti proprio dal 1° gennaio scorso, e molti accettano salari inferiori al minimo riconosciuto per legge, pur di mantenere il posto.
Il governo teme che la crescente disoccupazione crei instabilità e proteste sociali. Sun dice che l’Acftu progetta di aiutare oltre 10 milioni di migranti con corsi di riqualificazione per il lavoro o forme di assistenza. Ma nel Paese ci sono almeno 130 milioni di lavoratori migranti e negli ultimi mesi ci sono stati numerosi scontri tra la polizia e operai non pagati da ditte che hanno chiuso.
Tuttavia Sun non parla di sindacati indipendenti, che potrebbero mediare tra le esigenze dei lavoratori e le autorità, in modo da prevenire l’esplosione violenta di proteste non altrimenti esprimibili.
Il timore di molti esperti è che, in mancanza di canali istituzionali per affrontare i problemi sociali, si affermi il diritto del più forte. Come oggi a Pechino, dove i negozianti del distretto russo denunciano che hanno chiesto di abbassare il prezzo di affitto ma che il boss locale, per dare un esempio, ha chiuso con la forza il negozio del loro portavoce e gli ha portato via le merci. Per protesta, decine di negozianti e lavoratori hanno oggi manifestato in Città.