10/02/2004, 00.00
corea del sud
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Sindacati bloccano i salari in cambio di lavoro

Seoul (AsiaNews/SCMP) – Il più grande sindacato della Corea del Sud ha accettato di contenere le rivendicazioni salariali in cambio di una maggiore sicurezza dell'impiego, in base a un accordo raggiunto con i datori di lavoro e il governo per aumentare l'occupazione.

Ma l'accordo è già stato respinto dal secondo sindacato del paese, la Korean Confederation of Trade Unions (KCTU), che in passato ha organizzato molti degli scioperi che hanno scosso il paese. "È probabile che l'accordo per stabilizzare i salari sia usato dalle grandi ditte per bloccare le paghe dei lavoratori", ha detto il KCTU, che sostiene di avere 590 mila iscritti.

Il "Contratto Sociale per Creare Lavoro" è il tentativo ad ampio raggio di una commissione tripartita comprendente sindacati, dirigenti e governo per varare una maggiore cooperazione nelle questioni sindacali all'interno della quarta potenza economica dell'Asia.

La Federazione dei Sindacati Coreani, la più grande del paese ha accettato di mantenere fermi i salari per i prossimi due anni.

 "I lavoratori si asterranno dal chiedere eccessivi aumenti di stipendio e fisseranno il tasso di aumento tenendo conto della produttività e dell'aumento dei prezzi", ha detto Kim Won-bae, un membro della commissione tripartita.

In cambio, i datori di lavoro eviteranno di licenziare i lavoratori e accettano di negoziare con i sindacati quando sono costretti a cancellare posti di lavoro.

l'accordo è stato accolto molto bene dai gruppi di investitori stranieri, che citano spesso le azioni di forza e la mancanza di flessibilità dei sindacati come i maggiori ostacoli per investire nel paese.

"Se questo accordo sarà realizzato, si avrà un magnifico ritorno", ha detto Kim Whan-Soon, mediatore (difensore civico) degli investimenti stranieri in Corea del Sud.

L'accordo sarà presentato oggi durante una sessione plenaria della commissione tripartita, presieduta dal Presidente Roh Moo-hyun. La riduzione della disoccupazione è stata una delle priorità del governo per tutto l'anno scorso.

Nel 2003 il tasso di disoccupazione in Corea del Sud è salito dal 3,1% (nel 2002) al 3,4%. L'aumento dei disoccupati è una delle principali ragioni che frena i consumi, malgrado vi sia una fragile ripresa economica.

Molti posti di lavoro delle industrie manifatturiere, presenti una volta nella Corea, sono stati ormai rilocati in Cina.

Secondo un rapporto della Korea International Trade Association (KITA), i costi del lavoro in Corea del Sud sono aumentati in modo più rapido che in altri paesi: questo ha frenato la competitività dell'economia .

Su pressione dei sindacati, che spingevano per grandi aumenti di salario, il costo di un'ora di lavoro in Corea del Sud è cresciuta del 17,3% nel 2002, arrivando a 9,16 dollari americani. Al confronto, secondo la KITA, un'ora di lavoro costa 7,27 dollari a Singapore; 5,83 a Hong Kong; 5,41 a Taiwan.

 

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