21/02/2014, 00.00
UCRAINA - RUSSIA
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Si lavora ad un accordo fra governo e opposizioni. L'appello Bartolomeo I e la preghiera di papa Francesco

La bozza dell'accordo prevede un governo di unità nazionale, riforma costituzionale, nuove elezioni presidenziali. Yanukovych è disposto a firmare, ma l'opposizione teme di non essere seguita da alcune frange più ribelli. Colpi d'arma da fuoco sulle barricate di Kiev. Papa Francesco, il patriarca di Costantinopoli, il patriarcato di Mosca chiedono la fine delle violenze da entrambe le parti e il dialogo per la riconciliazione del Paese.

Kiev (AsiaNews) - Governo e opposizione stanno lavorando a un accordo per mettere fine alla crisi che attanaglia l'Ucraina e che negli ultimi giorni ha provocato la morte di decine di attivisti e poliziotti. Intanto il patriarca ecumenico Bartolomeo I - come papa Francesco - ha chiesto a entrambe le parti di porre fine alle violenze e lavorare per la riconciliazione.

Dopo un dialogo durato tutta la notte, il presidente Viktor Yanukovych e i leader dell'opposizione hanno abbozzato un accordo che prevede la nascita di un governo di unità nazionale entro 10 giorni; la riforma della costituzione per ridurre i poteri del presidente; elezioni presidenziali verso la fine dell'anno.

In piazza Maidan si registrano però ancora scontri anche a fuoco fra polizia e manifestanti sulle barricate. Alcuni leader dell'opposizione ammettono di non riuscire a controllare più alcune frange più ribelli.

La protesta è scoppiata lo scorso novembre quando Yanoukovych ha rigettato un accordo che prevedeva maggiori legami con l'Unione europea, preferendo potenziare i rapporti con la Russia.

Ieri è stato il giorno più violento. La polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti cercando di cacciarla dalla piazza centrale, dove essi si erano insediati. Secondo il ministero della sanità i morti sono 77 e i feriti 577. Ma attivisti affermano che i morti potrebbero essere almeno 100 fra gli oppositori e 10 fra i poliziotti.

Entrambi i fronti denunciano la presenza di cecchini che sparano al di fuori di ogni controllo.

Ieri sera, dopo la giornata di sangue, il patriarca ecumenico Bartolomeo I ha diffuso un messaggio in cui denuncia "ogni violenza e aggressione fra la polizia e i dimostranti, che hanno portato a una inutile perdita di vite innocenti". "Tutte le parti - aggiunge - devono ad ogni costo scegliere il dialogo al posto del disordine e la mediazione al posto della forza".

Condannando poi la "presente brutalità senza freno", egli insiste per "una pacifica e ragionevole soluzione ai problemi interni dell'Ucraina a beneficio del suo popolo e per la gloria di Dio".

Un appello con contenuti simili era stato lanciato da papa Francesco il 19 febbraio scorso alla fine dell'udienza generale. Il pontefice ha espresso la sua preoccupazione "per quanto in questi giorni sta accadendo a Kiev" ed ha affermato la propria "vicinanza al popolo ucraino". "Prego - ha aggiunto - per le vittime delle violenza, i loro familiari e i feriti. Invito tutte le parti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia e la pace nel Paese".

Stamane, alla ripresa dei lavori del Concistoro straordinario, il pontefice ha pregato ancora per l'Ucraina, sconvolta dalle violenze e ha detto: "Io vorrei inviare un saluto, non solo personale ma a nome di tutti, ai cardinali ucraini - il cardinale Jaworski, arcivescovo emerito di Leopoli, e il cardinale Husar, arcivescovo maggiore emerito di Kiev - che in questi giorni soffrono tanto e hanno tante difficoltà nella loro Patria".

Anche il metropolita Antonij di Boryspil della Chiesa ortodossa russa - Patriarcato di Mosca  ha lanciato un messaggio di riconciliazione.

"In questo momento difficile - scrive il metropolita -  ancora e ancora condanniamo severamente lo spargimento di sangue e diciamo a tutti: fermatevi! Interrompete immediatamente le violenze e riprendete il dialogo! E' il terzo mese che il nostro paese è sull'orlo di una catastrofe nazionale. In questo preciso momento, sia le autorità statali, che l'opposizione, e ognuno di noi, dobbiamo assumerci la piena responsabilità davanti a Dio per le nostre azioni. La minaccia di una guerra civile e di un collasso economico per l'Ucraina diventa, purtroppo, sempre più reale. Esortiamo tutte le parti in conflitto: fratelli e sorelle, non spaccate l'Ucraina!".

 

 

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