Si appella all’Onu e al mondo una coppia saudita obbligata a divorziare
Un tribunale religioso ha accolto l’istanza del fratello della moglie, secondo il quale il marito proviene da un gruppo tribale non abbastanza prestigioso. Il loro caso ha interessato anche un esperto delle Nazioni Unite, per ora invano. La singolare situazione delle divorziate non saudite.
Riyadh (AsiaNews) – Si appella alle Nazioni Unite ed al mondo una coppia saudita costretta da un tribunale religioso a divorziare. I giudici accolsero l’istanza del fratello della giovane, secondo il quale il marito proveniva da un gruppo tribale non abbastanza prestigioso.
La vicenda è di due anni fa ed ha avuto larga eco sulla stampa saudita e araba. Invano. Da allora Fatima Azzaz e Mansour al-Timani hanno tentato di tutto: di loro si è occupato anche un esperto dell’Onu di violenza contro le donne, Yakin Erturk, che nel corso di una visita compiuta in febbraio a Riyadh disse di aver avuto dalle autorità l’assicurazione che il caso sarebbe stato rivisto ed i due coniugi avrebbero potuto tornare a stare insieme.
Invece, a quanto racconta Timani, le autorità lo hanno più volte fermato, intimandogli di non parlare con la stampa e continua ad essergli impedito di vedere la mogie e suo figlio, che ha due anni.
La vicenda va ad incrementare il dossier delle organizzazioni per la tutela dei diritti umani contro l’Arabia Saudita, malgrado i timidi tentativi di riforma che sta portando avanti re Abdullah.
In materia di divorzi, peraltro, oggi la Saudi Gazette parla dei complessi problemi ai quali vanno incontro le mogli di nazionalità non saudita.
Dal momento che sposare un saudita non dà diritto alla cittadinanza, esse temono che divorziando saranno costrette a lasciare il Paese, senza poter portare con sé i figli. Aysha Saleh, siriana, madre di sei bambini ha raccontato al quotidiano di vivere nel costante timore di essere espulsa e di non poter vedere più i suoi figli. “Il maggiore – dice - ha solo otto anni ed hanno ancora bisogno delle cure della loro mamma”. E suo marito si rifiuta di darle il permesso di restare o di aiutarla a crescere i bambini.
Il Ministero degli esteri ha promesso di esaminare la questione delle donne non saudite divorziate. L’idea è quella di concedere alle donne permessi di residenza mirati all’educazione dei figli. Secondo il Ministero degli affari social, ciò offrirebbe anche il vantaggi di avere giovani di carattere più stabile.
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