Shanghai, ordinati 4 nuovi sacerdoti; un diacono fermato dal governo
Il quinto ordinando colpevole di aver partecipato nel 2016 alla Giornata mondiale della gioventù. Mons. Taddeo Ma Daqin, vescovo imprigionato della città: “I semi piantati sono oggi in piena fioritura e conoscono la gioia”. L'Associazione patriottica inculca la “sinicizzazione” del cattolicesimo e la “nuova era” di Xi Jinping.
Roma – La diocesi di Shanghai ha quattro nuovi sacerdoti, ordinati il 5 giugno mattino. Gli ordinandi avrebbero dovuto essere cinque, ma uno dei diaconi è stato fermato da una direttiva del governo. Il motivo: nel 2016 ha partecipato in forma privata alla Giornata mondiale della gioventù, tenutasi a Cracovia (Polonia) dal 25 al 31 luglio. Per questo egli, ordinato diacono un giorno prima, il 4 giugno, insieme agli altri quattro, ha visto sospesa la sua ordinazione sacerdotale che è rimandata in data da destinarsi.
La cerimonia delle ordinazioni sacerdotali si è tenuta nella cattedrale di sant’Ignazio (a Xujiahui). La messa è stata presieduta da mons. Giuseppe Shen Bin, vice-presidente del Consiglio dei vescovi e dell’Associazione patriottica. Mons. Shen Bin è vescovo di Haimen (Jiangsu), una diocesi vicina. Egli è un porporato riconosciuto dalla Santa Sede e dal governo cinese fin dalla sua ordinazione, avvenuta nel 2010.
Il vescovo di Shanghai, mons. Taddeo Ma Daqin, non ha potuto prendervi parte. Dal 2012, per essersi dimesso dall’Associazione patriottica, egli è agli arresti domiciliari presso il seminario di Sheshan e gli è proibito avere contatti col pubblico ed esercitare le sue funzioni episcopali.
Alla cerimonia erano presenti oltre a parenti e familiari degli ordinandi, anche autorità civili e religiose, molti sacerdoti e suore della diocesi. Vi hanno potuto partecipare solo pochi fedeli: a causa delle norme anti-Covid, la chiesa poteva accogliere solo un numero limitato di persone, rispettando rigide misure di distanziamento sociale e facendo indossare mascherine ai presenti.
I quattro ordinati sono: p. Giovanni Ning Yongwang, 30 anni, di Baotou (Mongolia Interna); p. Giovanni Zhou Jia, 34 anni, di Bayanzhuoer (Mongolia Interna); p. Matteo Mi Jizhou, 29 anni, di Xingtai (Hebei); p. Francesco Wu Shun, 31 anni, di Jinzhong (Shanxi). Il diacono che è stato bloccato è Paolo Yang Dongdong, 34 anni, di Nantiangong (Lucheng, Shanxi).
Un fedele commenta l’esclusione (che si spera temporanea) del diacono Yang dal sacerdozio: “Lo hanno fermato solo perché è andato a partecipare alla Giornata mondiale della gioventù! Di solito si ferma una persona perché ha compiuto delle cose turpi, o non vive la fede in modo adeguato. Ma lui è semplicemente andato a un incontro con altri giovani cattolici del mondo e a incontrare papa Francesco! Così sembra che in Cina ‘il peccato’ sia proprio avere rapporto col papa e con il resto della Chiesa nel mondo”.
In compenso, mons. Ma Daqin, il cui blog personale è censurato da anni, è riuscito a diffondere un breve messaggio su WeChat (il Whatsapp cinese). Egli scrive: “Oggi è una bella giornata, nella diocesi di Shanghai si sono aggiunti quattro nuovi sacerdoti: p. Ning Yongwang, p. Zhou Jia, p. Mi Jizhou, p. Wu Shun e Yang Dongdong, un diacono della sesta classe. Rendiamo grazie a Dio per averci ricompensato con altri cinque lavoratori nel campo di Dio, con sacerdoti per le giovani generazioni della Chiesa e padri spirituali dei fedeli. La mia offerta sincera al Signore; ai nuovi sacerdoti e al nuovo diacono offerte di ringraziamento e il rosario, e prego che la grazia di Dio sia sempre con loro; prego anche che Dio ci conceda più sacerdoti, più suore e più vocazioni. I semi piantati sono oggi in piena fioritura e conoscono la gioia. Possa Dio essere lodato per sempre”.
Dopo gli arresti domiciliari per mons. Ma, il seminario di Sheshan è stato chiuso per lungo tempo. Solo nel 2017 sono riprese le ordinazioni sacerdotali.
Il 4 giugno mattina, prima delle ordinazioni diaconali dei cinque candidati, mons. Shen Bin ha tenuto una conferenza su "Aderire alla sinicizzazione del cattolicesimo e compiere un buon lavoro nell'insegnare la nuova era". La “sinicizzazione” e la “nuova era” sono due slogan del presidente Xi Jinping per costituire una Chiesa nazionale strettamente legata alla cultura cinese e al Partito comunista, e per sostenere “la nuova era” che vede la Cina primeggiare su tutte le nazioni del mondo.
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