Shandong, dopo quattro mesi la polizia conferma l'arresto di un attivista
Le autorità della provincia hanno confermato l'arresto di Chen Guangcheng, attivista per i diritti umani famoso in tutto il mondo per le sue campagne contro la pianificazione familiare forzata, sparito dallo scorso marzo.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) La polizia dello Shandong ha ammesso di aver arrestato Chen Guangcheng, attivista per i diritti umani famoso in tutto il mondo per le sue campagne contro la pianificazione familiare forzata applicata dal governo cinese.
La conferma viene dalla moglie, Yuan Weijing, cui ieri la polizia ha chiesto di firmare un documento che rende note le accuse contro Chen: danneggiamento della proprietà pubblica ed incitamento al disturbo dei trasporti. "Le accuse dice Yuan sono totalmente infondate".
Teng Biao, il suo avvocato, sostiene che Chen esperto legale autodidatta e non vedente di 35 anni è "nelle mani della polizia provinciale e non di quella nazionale" e che "potrebbe presto essere processato per queste accuse".
L'attivista è stato arrestato insieme a due cugini l'11 marzo scorso dopo diversi mesi di arresti domiciliari per aver denunciato la violenta campagna di controllo delle nascite in atto nello Shandong.
Chen è famoso nel Paese per l'attività che svolge a favore dei disabili e per la campagna contro la politica governativa di pianificazione delle nascite. E' stato lui ad aiutare alcuni cronisti del Washington Post a trovare le prove della campagna di aborti forzati condotta contro le donne di Linyi, nello Shandong.
Grazie ai suoi dati, il giornale americano ha potuto provare che nel corso dello scorso anno le autorità della provincia centro-orientale hanno sterilizzato con la forza oltre 7 mila persone. Dopo la denuncia, l'Agenzia cinese per la Pianificazione familiare è stata costretta ad ammettere, il 19 settembre scorso, che alcuni rappresentanti governativi "hanno effettuato aborti forzati e sterilizzazioni contrari ai diritti legali dei cittadini".