Shaanxi: i padroni delle miniere fanno “doni” alla polizia per avere protezione
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La polizia della contea di Shenmu (Shaanxi) è accusata di aver ricevuto 2,19 milioni di yuan (219mila euro circa) quali “contributi volontari” dai proprietari di miniere di carbone. Ora si parla di estorsione e ci sono indagini, ma il problema rimane il controllo della sicurezza nelle miniere.
L'agenzia Xinhua riporta che oltre 60 proprietari minerari hanno partecipato nel fine settimana a un incontro per discutere dell’ordine pubblico nella contea, nel corso del quale Wei Xiaomin, vicecapo della polizia di Daliuta (zona altamente mineraria), ha chiesto loro di “fare tutto quanto possibile” contro la crescente delinquenza. Al termine, gli imprenditori hanno raccolto la somma quale dono “spontaneo”.
Ora i media parlano di “estorsione” e dicono che sono in corso “indagini”. Ricordano le frequenti accuse contro la polizia di ricevere “donazioni” dai padroni delle miniere per dare loro “protezione”, anche a spese della sicurezza. Li Jinzhu, segretario del Partito comunista di Yulin, ha ordinato accertamenti approfonditi e promessa la punizione di ogni responsabilità.
Wei si difende che già dal 2007 la stazione di polizia ha chiesto agli imprenditori una “sponsorizzazione”, perché i fondi dati dal governo sono scarsi. Mentre gli imprenditori, tramite il loro dirigente di categoria Hao Zhichang, spiegano che nella zona ci sono stati frequenti furti e uccisioni, per cui occorre una efficiente presenza della polizia.
La notizia arriva 2 mesi dopo che decine di giornalisti sono stati accusati di aver preso denaro per “mettere a tacere” un grave incidente, con un operaio morto, nella miniera di carbone Huobaogan River nella contea Hongdong (Shanxi).
La Cina trae dal carbone circa il 70% dell’energia, ma le sue miniere sono le meno sicure del mondo. Ogni anno ci sono almeno 6mila morti in incidenti, secondo i dati ufficiali. Ma dati ufficiosi dicono che il numero è almeno doppio e molti casi rimangono nascosti. Più volte Pechino ha annunciato “tolleranza zero” per la sicurezza nelle miniere e chiuso numerosi impianti non in regola. Ma gli impianti sono spesso collegati con le autorità locali che ne consentono la riapertura, anche favorite dalla cronica fame di energia del Paese.