Sfruttamento minorile: nel mondo ancora 168 milioni di "piccoli schiavi"
Roma (AsiaNews/Agenzie) - In Cina, una ragazza di 16 anni, è stata rimandata al suo villaggio nella provincia di Sichuan, dopo che gli ispettori l'hanno trovata insieme ad altri minorenni in una fabbrica di Dongguan. La ragazza ha ammesso che in precedenza aveva lavorato in una fabbrica a Shenzhen, nella quale doveva lavorare per più di 12 ore al giorno, con una paga di 12 yuan (circa 1,5 euro) all'ora.
Il governo centrale cinese non rende pubbliche le statistiche sul lavoro minorile. Il dott. Liu Kaiming, direttore dell'Istituto di osservazione contemporanea, afferma: "Nelle province centrali e occidentali, il tasso di abbandono tra gli alunni della scuola media inferiore raggiunge il 10%".
Questa notizia arriva oggi, giorno nel quale si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale contro il lavoro minorile , dedicata quest'anno al tema della protezione sociale, quale diritto umano fondamentale ed elemento costitutivo di ogni politica economica e sociale sostenibile.
Istituita nel 2002 dall'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), tale Giornata intende concentrare l'attenzione dei Governi, della società civile e dell'opinione pubblica mondiale su questo fenomeno e sulle azioni necessarie per eliminarlo.
Proprio ieri, papa Francesco durante la catechesi per l'udienza generale, dedicata al "timore di Dio", ha lanciato un appello contro lo sfruttamento del lavoro minorile. "Milioni di bambini - ha detto - sono costretti a lavorare in condizioni degradanti, esposti a forme di schiavitù e di sfruttamento, come anche di abusi, maltrattamenti e discriminazioni". "Auspico vivamente che la comunità internazionale possa estendere la protezione sociale dei minori per debellare questa piaga. Rinnoviamo tutti il nostro impegno, in particolare le famiglie, per garantire ad ogni bambino e bambina la salvaguardia della sua dignità e la possibilità di una crescita sana. Una fanciullezza serena permette ai bambini di guardare con fiducia alla vita e al futuro".
Purtroppo all'adesione formale ai criteri dell'Oil non corrispondono i fatti. L'India primeggia con il maggior numero di vittime dello sfruttamento minorile, stimate in 10 milioni. Gli imprenditori arrivano fino a trasportare i bambini nelle diverse industrie, e piccoli lavoratori sono tenuti sotto controllo con la paura e le minacce anche verso le famiglie nei rispettivi villaggi. Da più di un decennio alcune aziende produttrici di cioccolato avevano promesso al Congresso degli Stati Uniti di sradicare il lavoro minorile nelle piantagioni di cacao in Costa d'Avorio. E invece la presenza di minori su questi luoghi di lavoro non è diminuita.
Gli ultimi dati dell'Oil stimano che ci sono 168 milioni di bambini lavoratori nel mondo, con circa 85 milioni impegnati in alcune delle peggiori forme di lavoro tra cui la schiavitù, la tratta, la schiavitù per debiti, la prostituzione e altri lavori pericolosi che li mette a rischio di problemi di salute, lesioni o addirittura a rischio di morte. In questi ultimi anni si sono avviati progetti, sia nelle regioni sviluppate, sia in quelle in via di sviluppo. In Cambogia e in India, la riabilitazione dei bambini ha incluso la fornitura di consulenza, formazione, e formazione professionale.