Sfeir: se non sarà eletto il presidente, il Paese rischia l'annichilimento
Dopo l’appello del Papa, il Patriarca richiama i parlamentari al loro “dovere nazionale” ed evoca cupe prospettive. Voci contrastanti sulla convocazione da parte del cardinale dei leader cristiani e sulla possibilità che egli presenti una lista di candidati.
Beirut (AsiaNews) – Si fa più oscuro il futuro libanese: la decisione del presidente del Parlamento Nabih Berri di spostare – per la terza volta – la data della elezione del presidente della Repubblica è seguita da voci che sembrano se non escludere, quanto meno rendere flebile la speranza che il 21, ad appena tre giorni dalla scadenza dell’attuale presidente, si giunga alla scelta del nuovo capo dello Stato.
E’, come ha detto ieri il Papa, “un passaggio cruciale, dal quale dipende la stessa sopravvivenza del Libano e delle sue istituzioni”. Alla preghiera di Benedetto XVI, “supplichiamo insieme Nostra Signora del Libano, perché ispiri a tutte le parti interessate il necessario distacco dagli interessi personali e una vera passione per il bene comune”, si è unito, ancora ieri, l’appello del patriarca maronita Nasrallah Sfeir, che ha chiesto ai deputati di svolgere “il loro dovere nazionale”. Cupa l’alternativa prospettata dal card. Sfeir, che ha parlato di “uccisione del Paese” e del suo “annichilimento”.
Ieri, An Nahar si chiedeva se il Patriarca si assumerà la responsabilità di convocare una riunione dei leader cristiani per elaborare una lista consensuale di candidati alla presidenza della Repubblica, carica che, er prassi costituzionale, spetta ad un cristiano.
Fonti vicine al Patriarcato, citate dallo stesso quotidiano, sostengono però che l’incontro non potrà avvenire e che, anche se ci fosse, non potrebbe raggiungere il suo obiettivo. In tale situazione, stupirebbe una decisione del card. Sfeir di stendere una lista di candidati che escluda Michel Aoun, Butros Harb, Nassib Lahoud e persino l’attuale presidente Emile Lahoud.
Ma il vescovo maronita di Beirut, Paul Matar ritiene possibile che il patriarca convochi i leader politici cristiani per “prendere decisioni cruciali”.
Secondo il quotidiano pan-arabo Al Hayat, il rinvio sarebbe stato deciso sotto pressioni internazionali, che mirano a dare al card. Sfeir la possibilità di presentare un elenco di candidati “di consenso”. In questo quadro vengono collocate le visite in Libano, previste per questa settimana, dei ministri degli esteri di Francia e Italia Bernard Kouchner e Massimo D’Alema. (PD)
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