Settimana per l'Unità: I cristiani “devono abbattere il muro dell’incomprensione”
Nel messaggio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, l’arcivescovo di Gwangju scrive: “Uniti nell’amore di Cristo, dobbiamo proclamarne insieme la vittoria al mondo intero. Mettiamo da parte le divergenze per essere araldi della Sua pace e salvezza”.
Seoul (AsiaNews) - I cristiani di ogni denominazione, anche se testimoniano la stessa fede, “sono ancora divisi dal muro dell’incomprensione e del pregiudizio. Invece dovrebbero essere la luce del mondo e il sale della terra, gli araldi della pace e della salvezza che abbiamo ottenuto grazie al sacrificio di Cristo. Lui è la Luce in questo mondo oscuro”. È quanto scrive mons. Igino Kim Hee-joong, arcivescovo di Gwangju e presidente della Commissione episcopale coreana per la promozione dell’unità cristiana e del dialogo interreligioso, nel messaggio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest'anno.
Il tema è molto sentito da Benedetto XVI, che lavora sin dalla sua elezione al miglioramento dei rapporti con le altre denominazioni cristiane, ed è uno dei temi principali della Chiesa coreana. Nel Paese, infatti, i cattolici sono il 20 % della popolazione: oltre a loro si conta però una forte presenza protestante che non sempre opera in unità con la Chiesa sui temi di importanza sociale. Il messaggio è intitolato “Saremo tutti cambiati dalla vittoria di Nostro Signore Gesù Cristo”, una citazione della Lettera di S. Paolo ai Corinzi.
Per mons. Kim “il modo migliore per riconoscere che siamo uniti in un’unica fede e in un solo Vangelo è aprirsi tutti insieme alla chiamata che lo stesso Dio ci ha fatto. La Chiesa viene continuamente chiamata al rinnovamento della società e di se stessa: deve vivere nel mondo interpretando i segnali che questo manda sempre alla luce del Vangelo. Quando tutti i cristiani operano insieme, servendo Cristo con gli strumenti che Lui ha dato all’umanità, allora la strada per l’unità si apre”.
In conclusione, il presule sprona tutti i cristiani a “proclamare con una voce sola la salvezza del Vangelo e la Sua definitiva vittoria: vittoria sulla paura della morte che si spande per tutta la terra. Un potere questo che ci rende uniti nell’amore, perché la vittoria è ottenuta da Cristo. La fede rende i nostri cuori aperti allo Spirito Santo e ci guida all’amicizia e alla cooperazione, nella condivisione del nostro comune Salvatore”.
Il tema è molto sentito da Benedetto XVI, che lavora sin dalla sua elezione al miglioramento dei rapporti con le altre denominazioni cristiane, ed è uno dei temi principali della Chiesa coreana. Nel Paese, infatti, i cattolici sono il 20 % della popolazione: oltre a loro si conta però una forte presenza protestante che non sempre opera in unità con la Chiesa sui temi di importanza sociale. Il messaggio è intitolato “Saremo tutti cambiati dalla vittoria di Nostro Signore Gesù Cristo”, una citazione della Lettera di S. Paolo ai Corinzi.
Per mons. Kim “il modo migliore per riconoscere che siamo uniti in un’unica fede e in un solo Vangelo è aprirsi tutti insieme alla chiamata che lo stesso Dio ci ha fatto. La Chiesa viene continuamente chiamata al rinnovamento della società e di se stessa: deve vivere nel mondo interpretando i segnali che questo manda sempre alla luce del Vangelo. Quando tutti i cristiani operano insieme, servendo Cristo con gli strumenti che Lui ha dato all’umanità, allora la strada per l’unità si apre”.
In conclusione, il presule sprona tutti i cristiani a “proclamare con una voce sola la salvezza del Vangelo e la Sua definitiva vittoria: vittoria sulla paura della morte che si spande per tutta la terra. Un potere questo che ci rende uniti nell’amore, perché la vittoria è ottenuta da Cristo. La fede rende i nostri cuori aperti allo Spirito Santo e ci guida all’amicizia e alla cooperazione, nella condivisione del nostro comune Salvatore”.
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