30/03/2010, 00.00
INDIA
Invia ad un amico

Settimana Santa: L’amore di Cristo vicino ai dolori del mondo

di Brother Yesu Das*
Una meditazione pasquale fra le sofferenze dei malati di Aids, le donne morenti della Shanti Dan a Calcutta, i terremotati di Haiti. In tutte le sofferenze c’è sempre qualcuno che consola, come Maria, che ha unto i piedi di Gesù e ha visto per prima il Signore risorto.
Kolkata (AsiaNews) – In questi giorni della Settimana santa i miei pensieri sono sempre con un paziente malato di meningite da criptococco. Questo tipo di meningite è tipica delle complicazioni che avvengono con l’Hiv ed è la più comune infezione del sistema nervoso centrale con l’Aids. Nella mia vita ho incontrato molti malati di Aids che soffrivano di questa meningite.
 
Questo malato soffre in modo terribile di mal di testa, confusione, irritabilità, quasi cecità, instabilità. Ogni giorno, visitandolo all’ospedale e vedendo il suo corpo sofferente mi accorgo che lui è il Cristo sofferente oggi.
 
Davanti alle sue sofferenze e al suo abbandono l’azione più immediata è quella che ha fatto Maria di Betania, ungendo i piedi di Gesù, per dire: Tu sei voluto, tu sei amato, io voglio che tu viva e abbia la vita.
 
Un’azione buona e piena di amore non viene dimenticata. Anzi, essa dona la vita. C’è un proverbio rabbinico che dice: [Il profumo di] Un buon unguento si diffonde dalla stanza da letto fino al salotto, ma un buon nome si diffonde da un confine all’altro del mondo.
L’amore di Maria di Betania e la sua azione per Gesù non è stata dimenticata, ma premiata con la grazia della rivelazione del Signore risorto. Essa è stata la prima donna pasquale a incontrare Gesù risorto.
 
Ho cominciato il 2010 stando fra le sofferenze di molte persone attorno a me. Ho incontrato così tanti uomini e donne che soffrono. Acuni di loro sono morti e altri sono ancora in vita. Ma stando con loro ho anche scoperto che vi sono uomini e donne desiderosi di stare vicini a coloro che soffrono.
 
Il 9 marzo scorso, a tarda sera, ho fato visita a Rinku, che stava morendo nella nostra casa di Shanti Dan” per le donne. Rinku soffriva da lungo tempo. Mi ha colpito che altre donne, anch’esse malate, si sono offerte di prendersi cura dei suoi bisogni. Tutte amavano Rinku e si sono sedute vicino a lei, vigilando ogni suo respiro. Sono rimaste vicine a Rinku con la loro impotenza e la loro profonda tristezza. Non hanno permesso a Rinku di morire da sola. Erano come le pie donne sotto la croce, che guardavano Gesù morire. Rinku è morta il 10 di marzo, in compagnia delle sue amiche.
 
In mezzo alla sofferenza vi sono sempre persone che vengono a dare la vita. È un mistero come il dolore può avvicinare persone l’una all’altra. E molto spesso sono le donne a venire per prime in aiuto e consolare coloro che soffrono. Le donne sono benedette con il dono naturale della compassione.
 
Ho pensato anche al terremoto del 12 gennaio ad Haiti e a cosa significa questo per i missionari e le missionarie della Carità che sono là. Io penso che Dio ci stia parlando anche attraverso questo enorme disastro di vite umane e di beni.
 
Migliaia di persone sono morte e le loro case sono crollate. Sono morti anche molti sacerdoti e religiosi. Eppure nessuna delle suore o dei fratelli è stato ferito; e nemmeno quelli che erano sotto le loro cure al tempo del terremoto. Un sacerdote di Haiti ha detto: Dio ha preservato i missionari e le missionarie della Carità perché possano essere qui per il Suo popolo, in questo momento di grande bisogno.
 
Queste parole del sacerdote mi ricordano nell’Antico Testamento le parole che Giuseppe dice ai suoi fratelli: Dio mi ha mandato avanti a voi per conservarvi in vita (Cfr. Genesi, 45,7).
 
La Settimana santa è un periodo in cui stare con Gesù nelle sue sofferenze e nella sua resurrezione. È un mistero del rimanere nell’amore. Per amore Gesù ha sofferto e per amore Dio lo ha risuscitato dalla morte per preservare la vita di ognuno di noi. Lo stesso Gesù continua a preservare la vita dei bisognosi attraverso ognuno di noi. In questo modo egli ci rende il popolo della Pasqua.
 
Quelle donne che sono state così vicine a Rinku, che l’hanno accompagnata fino all’ultimo respiro; le missionarie e i missionari della Carità che stanno donando se stessi ai bisognosi di Haiti sono le donne e gli uomini della Pasqua. Essi conoscono la gioia di essere vicini alle persone che soffrono, sperimentano le meraviglie del Signore e cantano Alleluja.
 
Auguro a tutti voi una Pasqua piena di grazia, di pace e di gioia nel Signore risorto.
 
 
* Fratel Yesu Das è un missionario della Carità, l’ordine maschile voluto da Madre Teresa di Calcutta. Lavora alla casa Shanti Dan (“Dono di pace”) a Calcutta Fratel Yesu Das, lo scorso settembre ha predicato gli esercizi spirituali a Cor Unum, radunato a Taipei (Taiwan).
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Come Madre Teresa, non siamo assistenti sociali, ma collaboratori dell’amore di Dio
12/11/2009
Thailandia, i malati di Aids "hanno bisogno di essere curati anche nello spirito"
01/12/2005
Cor Unum: Il card. Sarah nelle Filippine per sostenere le vittime del tifone Haiyan
25/01/2014
Zarqa, centinaia di rifugiati siriani accolgono il card. Robert Sarah
20/02/2013
Giordania, il card. Sarah visita i profughi siriani
18/02/2013


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”