Servizi sociali, la misericordia nella Chiesa ortodossa russa
Dalla fine del regime sovietico, le attività della “misericordia” ecclesiale sono fiorite in tutta la società russa: ostelli, cure palliative, aiuto a invalidi e ammalati, case per i senzatetto, aiuti umanitari. La Chiesa russa vanta oggi oltre 4500 progetti caritativi, tra cui 77 ostelli per le donne incinte e per le giovani madri single. Kirill: “Chiediamo alle donne di non abortire, ma di donare i loro figli alla Chiesa Ortodossa”. Circa il 70% della popolazione si dichiara pronta a sostenere le strutture patriarcali nelle opere di misericordia, soprattutto nella fascia giovanile tra i 18 e i 24 anni.
Mosca (AsiaNews) - Si è aperto ieri nella cattedrale di Cristo Salvatore il X Congresso ecclesiale del servizio sociale. In esso si sono riuniti 1500 delegati: sacerdoti, monaci e monache, volontari, rappresentanti delle Onlus, operatori sociali, attiviste delle istituzioni caritative (sestry miloserdija, le “sorelle della misericordia”), provenienti da tutta la Russia. Nei 30 anni dalla fine del regime sovietico, le attività della “misericordia” ecclesiale sono fiorite in tutta la società russa: ostelli per i senzatetto, assistenza per le cure palliative, aiuto agli ammalati in tutte le istituzioni, sostegno agli invalidi nelle case, sistemi di distribuzione degli aiuti umanitari.
Tutte queste iniziative hanno fatto della Chiesa Ortodossa Russa la principale organizzazione di beneficenza del Paese. Negli anni ’90 del secolo scorso le iniziative in questo campo provenivano principalmente dalle istituzioni straniere che entravano in Russia dopo il comunismo. Dagli anni 2000 esse sono state progressivamente assorbite e nazionalizzate, a volte anche a causa della diffidenza verso gli stranieri “benefattori”, accusati di voler influire in vario modo sulla popolazione russa. Spesso tali organizzazioni hanno ispirato proprio la “carità ortodossa”, che ne ha ereditato i sistemi e le finalità.
Oggi è il patriarcato di Mosca a “esportare” la carità in tutto il mondo, come ha ricordato nell’intervento di apertura del Congresso il patriarca Kirill (Gundjaev). Secondo le sue parole, “una delle principali preoccupazioni della nostra Chiesa è la vicinanza alle donne, che oggi per tanti motivi sono restie a generare figli, a cui chiediamo di non abortire, ma di donare i loro figli alla Chiesa Ortodossa”.
Come ha promesso il patriarca, “la Chiesa è pronta ad aiutare per educare e far crescere i bambini, senza impedire il loro rapporto con le madri, anzi faremo di tutto per rendere più solide le famiglie, anche quelle più fragili e non ufficiali, che hanno comunque un grande valore davanti a Dio”. Dai tempi sovietici la Russia è preda di un vertiginoso calo demografico, e la pratica dell’aborto rimane ancora oggi estremamente diffusa e frequente nel Paese.
Al Congresso è stato osservato che la beneficenza ecclesiale diventa in Russia sempre più sistematica e popolare tra la gente. Secondo alcuni sondaggi, quasi il 70% della popolazione si dichiara pronta a sostenere le strutture patriarcali nelle opere di misericordia, soprattutto nella fascia giovanile tra i 18 e i 24 anni.
Elizaveta Oleskina, direttrice della Fondazione caritativa “Anzianità nella gioia” (Starost v radost), ha raccontato del progetto-pilota per l’assistenza “a lungo periodo”: “Da noi un terzo della popolazione è costituito da persone anziane che hanno bisogno di aiuto in vario modo, e se consideriamo le persone con diversi gradi di invalidità, di questo aiuto ha necessità una famiglia su due. Il nostro non è soltanto un grande progetto a livello nazionale, ma ormai fa parte delle priorità della politica sociale dello Stato”.
La Chiesa russa vanta oggi oltre 4500 progetti caritativi, tra cui 77 ostelli per le donne incinte e per le giovani madri single. La senatrice Maria L’vova-Belova ha presentato il progetto pubblico-ecclesiale Kvartal Lui (“L’appartamento di Louis”), iniziato nella città di Penza negli ultimi anni e così chiamato in onore del musicista jazz Louis Armstrong . Esso è dedicato alla riabilitazione dei bambini disabili orfani, oggi all’avanguardia nella sensibilizzazione ai problemi dei bambini con mobilità ridotta in tutta la Russia.
Secondo L’vova-Belova, “tutti possiamo fare qualcosa per superare le barriere, come predisporre degli appositi pulsanti all’esterno delle chiese o degli edifici pubblici, per permettere all’invalido di partecipare alla liturgia o poter usufruire dei servizi”.
La Chiesa ha aperto anche più di 200 centri di aiuto umanitario; circa 90 case per persone sole e senza fissa dimora;oltre 400 centri per gli invalidi; più di 200 comunità di recupero per tossicodipendenti.
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