Serie di francobolli dedicati alle chiese di Baghdad
Una stampa unica nel genere e che ritrae i più importanti luoghi di culto della capitale, disegnati dall’artista Saad Ghazi. Al momento è prevista una tiratura di 4mila esemplari. Una iniziativa nell’ambito dei progetti lanciati per valorizzare il patrimonio culturale cristiano. Mons. Warduni: “Un gesto positivo, segno di buona volontà”.
Baghdad (AsiaNews) - Per la prima volta e con un gesto sinora unico, le autorità (postali) irakene hanno deciso di celebrare le chiese di Baghdad, con un francobollo che ritrae i più importanti luoghi di culto cristiani della capitale. Emessi lo scorso 29 settembre, gli otto diversi francobolli disegnati dall’artista Saad Ghazi documentano le chiese di sette diverse confessioni cristiane, sono a colori e hanno una dimensione di 3x4 centimetri.
I francobolli vengono stampati presso la tipografia generale delle poste e telecomunicazioni a Baghdad. Al momento hanno una tiratura prevista di 4mila esemplari.
Interpellato da AsiaNews mons. Shlemon Audish Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad e braccio destro del patriarca caldeo, commenta con soddisfazione la novità, in un contesto ancora critico per un Paese segnato dalle violenze e dall’emergenza coronavirus: “Certo, la realtà non è quella che desideriamo - racconta - ma notizie come questa, relativa ai francobolli, resta pur sempre un gesto positivo, un segno di buona volontà”.
“Questo è un modo [per le autorità] - aggiunge - di guadagnare la stima della gente, dei cristiani ma la situazione sul terreno resta difficile per il Covid-19 e gli attacchi che continuano, come quello avvenuto nella notte”. Il riferimento del prelato è alla selva di razzi caduti nei pressi dell’aeroporto internazionale di Erbil, nel Kurdistan irakeno, e che avevano come obiettivo con tutta probabilità la base americana responsabile delle operazioni occidentali contro lo Stato islamico.
Tornando ai francobolli, essi rientrano nell’ambito delle iniziative messe in campo di recente dal governo irakeno e dagli organismi internazionali per preservare il panorama storico, culturale e salvaguardare la permanenza dei cristiani, dopo anni di esodo massiccio a causa delle violenze. Fra gli esempi delle ultime settimane troviamo la nomina dell’arcivescovo di Mosul mons. Michaeel Najeeb Moussa al premio Sakharov 2020 o la rinnovata unità fra patriarcato caldeo e governo irakeno nella lotta contro corruzione e violenze settarie.
Sempre nell’ambito del recupero del patrimonio artistico, storico e culturale, nelle scorse settimane l’Unesco ha annunciato l’intenzione di restaurare la storica chiesa di Al-Tahira a Mosul, la metropoli settentrionale del Paese per anni roccaforte dello Stato islamico (SI, ex Isis). Al tempo del dominio jihadista sulla città, i miliziani avevano devastato quasi per intero l’edificio; ora il progetto di recupero [gran parte delle mura esterne e degli interni sono andati distrutti] pare avviato grazie anche al sostegno finanziario degli Emirati Arabi Uniti (Eau).
03/05/2016 13:13