29/11/2006, 00.00
cina - vaticano
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Sequestrati vescovi fedeli al papa, costretti a partecipare all'ordinazione illecita

Inganni e costrizioni sono necessari perché i vescovi non vogliono disubbidire alla Santa Sede. Anche il candidato all'episcopato è in totale isolamento e non è raggiungibile nemmeno per telefono. Per le ordinazioni episcopali il governo promette ingenti somme di denaro che non risultano mai donate.

Roma (AsiaNews) – Due vescovi dell'Hebei sono stati sequestrati per obbligarli a partecipare all'ordinazione episcopale che avverrà domani a Xuzhou (Jiangsu), senza il permesso della Santa Sede. I due vescovi sono della Chiesa ufficiale, ma le loro ordinazioni erano state approvate dal Vaticano. Si tratta di mons. Pietro Feng Xinmao, ordinato il 6 gennaio 2004 come vescovo coadiutore di Hengshui, e di mons. Li Liangui di Cangzhou (Xianxian), ordinato nel marzo 2000.

Fonti dell'Hebei hanno detto ad AsiaNews che ieri i due vescovi sono stati prelevati in auto da personale dell'Ufficio Affari religiosi. L'apparente motivazione era quella di verificare con loro l'entità di alcune proprietà della Chiesa dell'Hebei sequestrate in passato, e che da tempo le due diocesi richiedono indietro. Invece di condurli al sito da verificare, l'auto si è diretta a Xuzhou per costringere i due vescovi a partecipare all'ordinazione di Wang Renlei, programmata per domani 30 novembre alle 8 di mattina.

Attualmente è impossibile contattare i vescovi sequestrati. Altri 2 vescovi che dovrebbero partecipare alla cerimonia sono in isolamento e sottoposti a pressioni fisiche e psicologiche. Si tratta di mons. Giuseppe Zhao Fengchang, vescovo di Liaocheng (Shandong) e di mons. Giuseppe Xu Honggen, vescovo di Suzhou. Entrambi sono stati ordinati con il permesso della Santa Sede.

Il sequestro dei vescovi e la costrizione sono divenuti per il governo cinese l'unico modo di ottenere la presenza di vescovi alle ordinazioni illecite (senza il permesso della Santa Sede). Ormai quasi tutti i pastori della Chiesa ufficiale cinese non accettano di essere ordinati e di ordinare se non vi è il permesso del Vaticano.

In aprile e maggio scorsi vi sono state 2 ordinazioni a Kunming (Yunnan) e Wuhu (Anhui). Anche allora alcuni dei vescovi ordinanti sono stati ingannati dicendo loro che l'ordinazione avveniva con il permesso della Santa Sede.

A quelle ordinazioni è seguita una netta dichiarazione della Santa Sede che denunciava il fatto che "vescovi e sacerdoti sono stati sottoposti - da parte di organismi esterni alla Chiesa - a forti pressioni e a minacce, affinché prendessero parte a ordinazioni episcopali". Anche il candidato dell'ordinazione di domani, p. Wang Renlei, è in totale isolamento e non può essere raggiunto nemmeno via telefono. Secondo personalità di Hong Kong egli è stato isolato perché non contatti nessuno della Santa Sede.

Fonti vaticane dicono che essi sperano ancora che l'ordinazione di domani non avvenga, anche se è ormai difficile dato che tutto è pronto per la cerimonia. È stato stampato perfino il libretto per seguire la cerimonia, dove è riportato lo stemma e il motto del futuro ordinato: il sole la luna e una colomba, con le parole "Manifestare la gloria di Dio". Nel libretto vi è anche il giuramento che il nuovo vescovo dovrà pronunciare, in cui si professa ubbidienza alla Costituzione cinese, cura a salvaguardare l'unità della patria, impegno a costruire la società socialista.

Secondo indiscrezioni, le autorità governative hanno promesso di dare alla diocesi 6 milioni di yuan (circa 600 mila euro) per coprire le spese dell'ordinazione. L'ingente somma – enorme per una diocesi di 20 mila fedeli – verrà forse utilizzata per altre opere della diocesi.

Anche per le ordinazioni di Kunming e di Wuhu il governo aveva promesso enormi donazioni in denaro, che però non sono state ancora devolute.

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