21/05/2010, 00.00
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Seoul: l’affondamento della Cheonan viola l’armistizio fra Coree

di Theresa Kim Hwa-young
Il presidente Lee Myung-bak ordina contromisure “risolute e sistematiche”verso Pyongyang. Insieme a Stati Uniti, il governo potrebbe innalzare l’allerta al livello 2, che indica “minaccia vitale” alla nazione. La Corea del Sud blocca cibo e aiuti al Nord, cancellata la consegna di un milione di vaccini contro l'epatite.
Seoul (AsiaNews) – Il presidente sud-coreano Lee Myung-bak ha ordinato contromisure “risolute e sistematiche” verso Pyongyang. Durante la riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza nazionale, Lee ha affermato che l’attacco alla corvetta Cheonan viola l’armistizio Onu del ’53, che ha messo fine alla guerra di Corea. Intanto Seoul ha bloccato gli aiuti verso il Nord, tagliando la fornitura di medicine, generi di prima necessità e cibo.
 
Oggi il presidente sud-coreano Lee ha presieduto una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale (Nsc), mentre si fanno sempre più tese le relazioni fra le due nazioni dell’Est asiatico. Il Capo di Stato ha chiesto un approccio prudente verso una questione che definisce “seria e grave”. Il presidente, spiega il suo portavoce, parla di “attacco militare a sorpresa dalla Corea del Nord”, giunto quando il popolo sud-coreano “si riposava nella notte”. Esso rappresenta una “violazione della Carta Onu e l’Accordo di base fra Nord e Sud”, che obbliga i due fronti a non invadersi e a collaborare.
 
Intanto Corea del Sud e Stati Uniti valutano l’innalzamento del livello di allerta verso Pyongyang. Il Ministro della difesa conferma “il monitoraggio dei movimenti nord-coreani” e una possibile revisione del “Watchcon”, basato sulle informazioni dell’intelligence e di analisi di esperti. Ad oggi Seoul è ferma a Watchcon-3, ma è possibile un innalzamento al livello 2, che comporta “indicazioni di minaccia vitale”.
 
La tensioni fra le due Coree hanno portato al blocco degli aiuti da Sud al Nord. Il 14 maggio scorso il Ministero sud-coreano per l’unificazione ha cancellato la prevista consegna al regime di Pyongyang di un milione di vaccini contro l’epatite, destinati a bambini e giovani nord-coreani. Esso è solo uno dei tagli agli aiuti deciso da Seoul, che ha rimosso dal bilancio tutti i progetti di sostegno alla Corea del Nord. Il Ministero ha inviato una notifica a gruppi privati, in cui afferma di “non approvare” la consegna di beni di prima necessità, fra cui pane e farina.  
 
Le misure adottate dall’amministrazione del presidente Lee Myung-bak volte a bloccare gli aiuti al Nord non toccano quindi solo i progetti governativi, ma interessano pure la cooperazione, le ong internazionali e il settore del privato. Il valore dei vaccini destinati alla popolazione del Nord – ridotta alla fame dal decenni di regime comunista, imperniato sulla dittatura della famiglia Kim – è valutato intorno ai 340 milioni di Won (circa 296mila dollari).
 
Il blocco agli aiuti è confermato da esponenti di diverse organizzazioni che operano in Corea del Nord. Un funzionario di World Vision riferisce della nota ministeriale che dispone la sospensione dell’invio di “altre 100 tonnellate di farina”, perché “non è possibile autorizzare la consegna”. Un alto rappresentante di Korean Sharing Movement riferisce che “il Ministero dell’unificazione ci ha rifiutato lo stanziamento di fondi, senza fornire spiegazioni in merito”.
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