Seoul rifiuta al Vietnam l'estradizione di un dissidente politico
L'Alta corte ha deciso di considerare Chanh Huu Nguyen, dissidente vietnamita, un rifugiato politico ed ha confermato che la sua organizzazione il governo del Vietnam Libero non è un'organizzazione terroristica.
Seoul (AsiaNews/Kt) L'Alta corte sudcoreana ha rifiutato ieri l'estradizione di Chanh Huu Nguyen, dissidente vietnamita, confermando così che non si tratta di un terrorista ma di un leader democratico. Nguyen, 55 anni, era in carcere dallo scorso aprile: era stato arrestato a Seoul su richiesta del Vietnam, che lo accusa di aver preparato gli attentati all'ambasciata vietnamita a Bangkok del 2001 e ad una statua di Ho Chi Minh, eroe nazionale, fra il 1999 ed il 2000.
"La Corte ha stabilito si legge nella sentenza di ritenere l'accusato un dissidente politico, e quindi di trattarlo di conseguenza". I giudici hanno aggiunto che il governo del Vietnam Libero, una sorta di governo in esilio fondato dal dissidente del 1981 con sede negli Stati Uniti, è un'istituzione politica, non terrorista, che mira a protestare contro il regime comunista e lavora per fondare una società democratica nel Paese di origine.
La Corte ha poi sottolineato come gli attentati di cui è accusato Nguyen "non hanno ferito alcuna persona, né danneggiato alcunché" ed ha ricordato che il Vietnam non ha firmato la Convenzione internazionale per la soppressione del terrorismo.
La decisione è stata interpretata alla luce delle dichiarazioni di Seoul, che è intenzionata a rispettare le leggi internazionali e di conseguenza non ritiene corretto estradare i dissidenti politici: i giudici hanno ritenuto inoltre ininfluenti gli stretti rapporti economici e diplomatici fra il governo ed Hanoi.
Kwon Yong-suk, avvocato di Nguyen, ha commentato: "La Corte ha preso la decisione giusta in termini di giustizia e di diritti umani. Essa riafferma che la Corea è una nazione che difende i diritti delle persone e dà nuovo lustro al nostro sistema giudiziario".