Seoul, condannato a 15 anni l’ex presidente Lee Myung-bak
Il politico conservatore dovrà pagare una multa di circa 20 milioni di dollari. Fra le accuse, abuso di potere e malversazione. Tutti gli ex presidenti sudcoreani ancora in vita sono stati condannati al carcere dopo aver concluso il proprio mandato.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – La Corte centrale di Seoul ha condannato a 15 anni di galera l’ex presidente sudcoreano Lee Myung-bak. Il politico, esponente del Partito conservatore, è stato riconosciuto colpevole di una serie di capi d’accusa fra i quali abuso di potere, corruzione e malversazione. Lee non era presente al momento della sentenza: si è fatto esentare per motivi di salute.
Secondo il pubblico ministero – che aveva chiesto 20 anni di reclusione – il politico ha ammassato 24 miliardi di won (circa 22 milioni di dollari americani) nel corso del suo mandato, iniziato nel 2008 e concluso nel 2013. Per questo, la Corte lo ha condannato a risarcire lo Stato comminandogli una multa pari a circa 20 milioni di dollari.
I giudici hanno anche ammonito Lee di “smetterla” di scaricare le proprie colpe sugli altri, data la quantità e l’evidenza delle prove raccolte. La linea di difesa dell’ex presidente era basata infatti sulla presenza di “consiglieri e collaboratori scorretti”, che avrebbero compiuto le azioni imputate a lui.
Il carcere sembra essere il destino dei presidenti sudcoreani. Tutti e quattro gli ex leader ancora in vita sono stati condannati, in quella che sembra essere una resa dei conti fra le generazioni e i partiti avversari. Park Geun-hye, che nel 2013 ha preso il posto di Lee, è stata condannata nel 2017 a 25 anni di galera; Chun Doo-hwan e Roh Tae-woo, ex generali che si sono susseguiti negli anni ’80 e ’90 alla guida del Paese, sono stati incarcerati per corruzione. Entrambi hanno ricevuto la grazia presidenziale dopo pochi anni di galera.
14/01/2021 08:57