Senza fissa dimora per una notte: l'iniziativa quaresimale di Kuala Lumpur
Un gruppo di 17 cristiani ha partecipato al gesto promosso dall'ufficio diocesano per lo sviluppo umano. A Chow Kit hanno vissuto insieme alle persone di strada, dormendo accanto a loro sui cartoni. "Abbiamo sperimentato il loro amore per il prossimo", racconta su Herald Malaysia una delle partecipanti. Il contatto con la povertà in una delle maggiori eononomie del Sudest asiatico.
Kuala Lumpur (AsiaNews) - “Una lezione sulla fraternità umana che scalda il cuore, vissuta tra gli ultimi”. È così che sul settimanale cattolico locale Herald Malaysia viene descritta l’iniziativa "Being Homeless for a Night" vissuta da 17 cristiani dai 17 ai 79 anni, nell’ambito della campagna quaresimale dell’Ufficio arcidiocesano per lo Siluppo umano (AOHD) tra le strade di Chow Kit, un sobborgo di Kuala Lumpur. Sono andati a dormire con le persone senza fissa dimora, per conoscerle e dimostrare loro vicinanza. “In ogni interazione abbiamo sperimentato il loro amore per il prossimo: ci hanno aiutato con le parole e con i fatti”, spiega Melina Yeoh, una delle partecipanti, in un racconto condiviso dal giornale cattolico.
Il gruppo - che comprendeva persone di otto parrocchie dell’arcidiocesi di Kuala Lumpur - si è riunito per dare il via all’esperienza con la Messa presso la cappella della Cardijn House, presieduta alle 17 da p. Albet Arockiasamy, assistente ecclesiastico dell’AOHD. Alla celebrazione è seguito un incontro di coordinamento alle 19. “Poi siamo partiti con i soli vestiti che avevamo addosso, i pezzi di cartone infilati sotto il braccio (che servono per coricarsi per strada, ndr) e la carta d'identità per i controlli della polizia”, continua Melina Yeoh.
Il primo luogo visitato è stata la mensa per poveri di Medan Tuanku, ma l’orario di chiusura era già passato. Il gruppo si è così diretto verso una strada sul retro dell’asilo nido KL Krash Pad. Qui è avvenuto il primo incontro con le persone senza fissa dimora, che aspettavano in fila per una razione di nasi lemak (un tradizionale piatto malese), ricevere dell’acqua e un pacchetto di tè al crisantemo. Le prime interazioni sono state degli avvertimenti. “Una persona ci ha raccontato di essere stato derubata mentre dormiva nella zona della Bangkok Bank - aggiunge la partecipante all’iniziativa -. Ci ha detto di fare i turni per dormire, per stare di guardia. Lui ora ha una stanza, ma va lì ogni sera per stare con i suoi amici”. Sono seguiti altri consigli su come procurarsi del cibo; anche se durante il Ramadan è molto abbondante, e il gruppo per l’intera durata dell’esperienza non ha avuto grandi difficoltà.
Nel Paese, sesta economia del Sud-Est asiatico, la povertà è nascosta ma diffusa, in strada vivono anche madri con i loro figli. “Un camion è arrivato per consegnare vestiti usati e giocattoli”, dice Melina Yeoh. Il gruppo ha assistito a semplici e incondizionati gesti di aiuto, come quello di un benefattore che ha offerto un gelato a un gruppo di bambini. “La cosa sorprendente è che la metà dei bambini ha optato per i cup noodle istantanei invece del gelato”, ricorda. Dopo la prima fase di ambientazione il gruppo si è diviso, prendendo strade diverse. Anche per la sistemazione notturna sono venuti in aiuto dei cristiani i consigli di chi non è nuovo a dormire all’aperto. Istruzioni per evitare le zanzare, le banche (dove le guardie non consentono la sosta) e i luoghi senza riparo dalla pioggia. Solidarietà di strada.
Il gruppo di Melina Yeoh ha incontrato un “fratello di strada” con il quale si è soffermato a parlare, decidendo di coricarsi sul suo stesso corridoio nei pressi di un negozio che avrebbe aperto alle 8.30. “Fred (nome di fantasia, ndr) era una persona molto vivace - ricorda -. Quando il negozio apre, di solito va in una ong più avanti per mangiare e farsi una doccia. Il maglione che indossava proveniva da lì. Ci ha consigliato di mettere tutti gli effetti personali sotto il cartone, altrimenti sarebbero stati rubati”. Non è stato facile affrontare la notte per i partecipanti, abituati alle comodità di una casa, luogo sicuro e protetto. Qualcuno di loro è riuscito a dormire qualche ora, altri nemmeno una. Per garantire loro la sicurezza erano seguiti a vista da una “squadra” dell’AOHD. “Le ore passavano, era difficile dormire con il caldo e l’umidità - dice Melina Yeoh -. Se fossi stata da sola per strada, avrei sentito il pericolo di essere esposta a tutti i rischi. Io l'ho fatto solo per una notte; Fred e gli amici lo fanno tutti i giorni”.
È stata un’esperienza di breve durata, ma che ha avuto la capacità di entrare nei cuori dei partecipanti, far crescere in loro una maggiore empatia verso le persone che vivono in strada. “Ogni volta che vedo qualcuno che cammina per strada portando con sé un cartone, mi sento più legato a lui, perché abbiamo condiviso un'esperienza insieme”, ammette la partecipante. Alle 6 del mattino successivo il gruppo si è riunito nei pressi del KL Krash Pad, per fare colazione e per vivere un momento di restituzione guidato da fr. Andrew Manickam OFM Cap. “Preghiamo che, grazie a questa attività, cambiamo il nostro modo di vivere e apprezziamo di più ciò che abbiamo, guardando a cosa possiamo fare per aiutare più persone in difficoltà”, conclude Melina Yeoh.
28/02/2024 13:44
01/09/2023 12:54