Senkaku/Diaoyu, premier giapponese: difesa “ad ogni costo” delle isole contese
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Il Primo ministro giapponese ha proclamato il proposito di difendere "ad ogni costo" il territorio nazione e, in particolare, le isole contese nel mar Cinese orientale, dopo una serie di contrasti con Pechino che fanno temere il rischio concreto di un conflitto armato. La nota del neo premier Shinzo Abe arriva oggi, nel contesto di un discorso tenuto davanti alle Forze di difesa del Sol Levante nel sud del Paese. Pur non menzionando i territori al centro della disputa, per gli esperti egli si riferiva alle Senkaku/Diaoyu che sembrano essere sempre più una "concreta minaccia" per la pace nella regione Asia-Pacifico.
Nel suo intervento il premier nipponico ha sottolineato che "la sicurezza territoriale del nostro Paese è sempre più a rischio", a causa delle "continue provocazioni" in merito ai nostri "diritti legittimi". Abe ha inoltre assicurato che manterrà una "posizione ferma" e intransigente contro "l'attuale pericolo" e "proteggerò la vita e i beni del popolo, così come la terra, i mari e lo spazio aereo". Il riferimento, sebbene non esplicitato, è a Pechino e alle rivendicazioni marittime nell'area. Il Giappone ha lanciato una serie di iniziative diplomatiche per allentare la tensione con la Cina, inviando tra l'altro alcuni funzionari - vicini alla leadership governativa - nella capitale cinese.
Da diversi mesi Tokyo e Pechino si fronteggiano per la sovranità di questo gruppo di isole nel mar Cinese orientale, inviando navi, guardiacosta, pescherecci e velivoli. Il ministero giapponese della Difesa ha "considerato" l'ipotesi di autorizzare la propria aviazione a sparare contro gli aerei cinesi, che violino lo spazio aereo nipponico. Per gli esperti queste continue provocazioni di Pechino sarebbero il tentativo di "testare [...] la reazione del Giappone" e di mettere "pressione sul governo per far presente che permane una disputa territoriale".
Le isole, note come Senkaku in giapponese e Diaoyu in cinese, sono al centro di una diatriba internazionale che dura da diversi anni. Dopo una serie di rivendicazioni reciproche, il governo giapponese ha acquistato le isolette da un privato che ne deteneva il possesso: per la Cina questo atto rappresenta "una provocazione". La tensione si è innalzata il 13 dicembre scorso, quanto Tokyo ha inviato alcuni caccia, dopo che un aereo cinese è entrato nello spazio aereo delle isole, per la prima volta dal 1958.
Il valore dell'arcipelago non è chiaro. Si pensa che esso abbia anzitutto un'importanza strategica, trovandosi sulla rotta delle più importanti vie marittime; altri affermano che oltre alle acque ricche di pesca, nel sottofondo marino vi siano sterminati giacimenti di gas. Nel 2008, come gesto di distensione, i due governi hanno firmato un accordo per lo sfruttamento e la ricerca congiunti nell'arcipelago, che tuttavia è rimasto lettera morta.
23/03/2017 10:51