29/09/2020, 11.42
EU-TAIWAN
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Sempre più imprese europee investono a Taiwan

Grazie all’abile gestione della pandemia, quello di Taipei è un mercato affidabile e in espansione. Gli europei interessati al fiorente settore tecnologico e delle rinnovabili. Investimenti nell’isola cresciuti del 10,6% quest’anno. Francesi e tedeschi in prima linea. Schiaffo diplomatico alla Cina (con l’aiuto della Ue).

Taipei (AsiaNews) – Cresce l’interesse delle imprese europee per Taiwan, un mercato affidabile e in espansione, malgrado gli effetti negativi della pandemia e della guerra commerciale (e geopolitica) tra Cina e Usa.

Grazie all’abile gestione dell’emergenza coronavirus, l’economia dell’isola risulta essere una delle più dinamiche al mondo. Il veloce contenimento del Covid-19 permetterà a Taiwan di recuperare i livelli d’impiego pre-crisi molto prima di tante altre nazioni.

Nei giorni scorsi, durante un forum sugli investimenti che si è svolto a Taipei, la presidente Tsai Ing-wen ha ricordato che l’Unione europea è il primo investitore estero nell’isola. Lo scorso anno, l’ammontare è stato di 1.000 miliardi di dollari taiwanesi (29.5 miliardi di euro), il 25% di tutti quelli ricevuti da Taiwan; nel 2016 erano cinque volte inferiori, poco più di 6 miliardi di euro.

Nei primi sei mesi dell’anno gli investimenti esteri nell’isola sono cresciuti del 10,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il dato è in netto contrasto con quello mondiale: a causa del Covid-19,  l’Agenzia Onu per il commercio e lo sviluppo prevede un crollo degli investimenti globali del 40%.

Secondo Tsai, c’è spazio per incrementare la cooperazione con l’Europa nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, delle reti internet ultraveloci 5G e di sistemi per la protezione dei dati sensibili.

Le aziende francesi (ce ne sono già più di 200 che operano nell’isola) sono pronte a rafforzare la loro collaborazione con le controparti locali, soprattutto quelle impegnate nella produzione di personal computer e microchip. Operatori del nord Europa vogliono acquistare una quota del mercato taiwanese per la produzione di energia eolica in alto mare: per il governo locale, entro il 2025 essa coprirà il 20% del fabbisogno energetico nazionale.

Dalla Germania, il colosso Siemens è pronto invece a investire in un progetto per l'assemblaggio di turbine eoliche nei pressi della città di Taichung. A Taiwan sono presenti 250 imprese tedesche: a oggi hanno investito 4 miliardi di euro.

Per le sue dimensioni, l’isola non può essere una alternativa commerciale alla Cina, vista sempre con più sospetto dagli europei per le sue pratiche scorrette, ma un mercato in cui le imprese Ue possono diversificare i propri investimenti.

Tale trend è accresciuto dai legami sempre più stretti che l’Unione sta costruendo con Taiwan. Grazie all’aiuto europeo, Taipei ha festeggiato ieri una (rara) vittoria diplomatica nei confronti di Pechino, ottenendo che un’alleanza globale di sindaci cessasse di indicare sei città taiwanesi come parte della Cina. Il regime cinese considera l’isola una “provincia ribelle”, e non esclude di riconquistarla un giorno con la forza.

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