Sempre più armi a Est: l'Asia-Pacifico registra la più alta percentuale di importazioni
Lo affermano i dati più recenti del Sipri di Stoccolma sui trasferimenti internazionali di armi negli ultimi cinque anni. L'India è il primo importatore al mondo, mentre gli Stati Uniti, per la prima volta in 25 anni, sono il principale fornitore della regione. A guidare il riarmo, spiegano gli esperti, è la percezione della minaccia cinese (che continua ad aumentare la propria produzione bellica).
Stoccolma (AsiaNews) - Negli ultimi cinque anni un numero sempre maggiore di armi è fluito verso Est: tra il 2019 e il 2023, il 37% delle importazioni mondiali di armamenti sono state registrate in nazioni dell’Asia e dell’Oceania, seguite dagli Stati del Medio Oriente (30%), dell'Europa (21%), delle Americhe (5,7%) e dell'Africa (4,3%).
Ad affermarlo è l’Istituto Internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (SIPRI), che ha aggiornato con dati recenti il proprio database sull’import-export di armi. Anche se le importazioni di armi nell’Asia-Pacifico sono complessivamente diminuite del 12% tra il 2014-18 e il 2019-23 - soprattutto a causa di un forte calo delle importazioni da parte cinese -, la regione resta quella con il più alto volume di import di armi, e dove si trovano sei dei primi dieci maggiori importatori al mondo: India, Pakistan, Giappone, Australia, Corea del Sud e Cina. Per quanto riguarda quest’ultimo Paese, sottolinea l’Istituto, nell’ultimo quinquennio le importazioni si sono ridotte del 44% a causa della sostituzione delle armi importate (la maggior parte delle quali dalla Russia) con sistemi prodotti a livello locale.
Nonostante le difficoltà economiche, infatti, Pechino non ha intenzione di frenare sulle spese militari, ma al contrario, ha predetto un aumento della spesa del 7,2% per il 2024. Il budget per la difesa è stato fissato a 1,665mila miliardi di yuan (oltre 213 miliardi di euro), segnando il nono aumento consecutivo dopo che anche nel 2023 la spesa militare era aumentata del 7,2%.
Anche le importazioni da parte di due vicini della Cina sono aumentate: in Giappone del 155% e in Corea del Sud del 6,5%. Quest'ultima ha registrato anche un aumento delle esportazioni del 12%, soprattutto verso la Polonia, le Filippine e l'India.
“Non c'è dubbio che i costanti alti livelli di importazioni di armi da parte del Giappone e di altri alleati e partner degli Stati Uniti in Asia e Oceania siano in gran parte determinati da un fattore principale: la preoccupazione per le ambizioni della Cina", ha spiegato Siemon Wezeman, ricercatore del SIPRI. “Gli Stati Uniti, che condividono la percezione di una minaccia cinese, sono un fornitore crescente della regione”, ha aggiunto. E infatti, per la prima volta in 25 anni, gli Stati Uniti sono diventati il maggiore fornitore di armi all’Asia-Pacifico, coprendo il 34% delle importazioni regionali, contro il 19% della Russia e il 13% della Cina. Le importazioni da parte di Taiwan sono calate del 69%, ma nei prossimi cinque anni sono previste importanti consegne, tra cui 66 aerei da combattimento, 108 carri armati e 460 missili antinave, tutti da parte statunitense, sottolinea ancora il SIPRI.
Le tensioni con la Cina (e con il vicino Pakistan) sono la ragione per cui anche in India si è registrato un incremento delle importazioni del 4,7% rispetto al periodo 2014-18, trasformando il Paese nel principale importatore di armi al mondo, ricevendo il 9,8% dell'import totale. La Russia continua a essere il fornitore principale, ma, per la prima volta dagli anni ‘60, le forniture russe rappresentano meno della metà di tutti i trasferimenti: se nel periodo 2009-13 le importazioni erano del 76%, sono poi passate al 58% nel 2014-18 e oggi sono arrivate al 36%. L’India ha infatti differenziato le proprie forniture rivolgendosi alla Francia e agli Stati Uniti e sviluppando una propria industria bellica. Sul fronte opposto, le importazioni di armi del Pakistan sono cresciute del 43% tra il 2014-18 e il 2019-23, grazie al rafforzamento dei legami con la Cina, da cui oggi proviene l’82% degli armamenti (contro il 69% del 2014-18 e il 51% del 2009-13).
Anche nel sud-est asiatico, che come regione ha registrato un calo del 43%, alcuni Stati sono corsi al riarmo: è il caso delle Filippine, dove le importazioni di armi sono aumentate del 105% o di Singapore, +17%. Anche Indonesia, Malaysia e Singapore hanno piazzato ordini importanti per navi e aerei da combattimento nel periodo 2019-23. Le armi importate dal Myanmar, utilizzate per il conflitto interno, provengono da Russia (38%), Cina (26%) e India (18%).
23/02/2016 10:42