26/04/2022, 13.03
FILIPPINE
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Sei ragazzi filippini ogni dieci rischiano di finire vittima di reati informatici

di Stefano Vecchia

Secondo la graduatoria di Surfshark le Filippine sono tra i Paesi al mondo con maggiori rischi per i minori su internet, con Thailandia e Turchia. Sfruttamento sessuale, cyberbullismo e hacking tra i pericoli più diffusi. Negli ultimi due anni - parallelamente alla didattica a distanza - è cresciuta drammaticamente anche la pornografia infantile.

Manila (AsiaNews) - I minori filippini sono tra quelli nel mondo con maggiori rischi di cadere vittima di crimini attraverso internet. A indicarlo è uno studio di Surfshark, azienda internazionale impegnata nella produzione di strumenti di sicurezza informatica. In questa triste graduatoria i piccoli filippini seguono solo i loro coetanei thailandesi e precedono quelli turchi. 

I ricercatori si sono basati sui dati diffusi da varie fonti, tra cui quelli dell’Fbi statunitense resi disponibili tra il 2015 e il 2020, e l’Indice della sicurezza online dei bambini (Child Online Safety Index) del DQ Institute, organismo impegnato nel definire standard di sicurezza online globali. Il risultato è che nelle Filippine 6 minori su 10 nella fascia d’età tra 8 e 12 anni  sarebbero esposti a rischi informatici, dallo sfruttamento sessuale al cyberbullismo, passando da phishing e hacking.

Responsabile non solo la facilità di accesso a smartphone, tablet e computer, spesso al di fuori del controllo degli adulti, ma anche la mancanza di conoscenze essenziali per non essere vulnerabili a situazioni che dovessero presentarsi durante la navigazione online.

Il rischio di esposizione alla criminalità informatica è stato definito con un punteggio da 0 a 100, da un livello di rischio molto basso a uno elevato con una media globale di 52 punti e con i tre Paesi indicati che sono i soli inseriti nell’ultimo livello

Il “caso” filippino è peculiare, perché evidenzia l’utilizzo più elevato al mondo dei social media tra una popolazione che al 74,1% utilizza comunemente uno smartphone, ma anche una scarsa educazione all’uso di questi strumenti da parte dei minori. Questo provoca una elevata penetrazione della criminalità online (seconda solo alla Thailandia) e, soprattutto negli ultimi due anni - in concomitanza con la necessaria diffusione della didattica a distanza - una crescita drammatica della pornografia infantile online e di altri abusi ai danni dei più giovani. Una situazione di cui parlava già un anno fa anche Save The Children descrivendo questi fenomeni sempre più diffusi nelle Filippine come una “pandemia silenziosa”.

Nelle sue conclusioni Surfshark sottolinea come siano le politiche educative ad essere decisive nella prevenzione. Anche Paesi a basso o medio reddito come India e Malaysia  hanno attuato una maggiore sensibilizzazione dei gruppi più a rischio, contrariamente a Paesi ad alto reddito come Arabia Saudita e Uruguay, dove invece questa viene definita “inesistente”.

 

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