Sei morti nelle proteste studentesche in Bangladesh: chiuse le università
Le dimostrazioni sul controverso sistema di quote che hanno mobilitato migliaia di giovani si infiammano dopo le parole di Hasina, che li ha definiti "razakar", combattenti per il Pakistan nel 1971. Sei le vittime delle violenze della polizia e dell'ala studentesca del partito Awami League. I leader cristiani: "Le quote tutelano i più emarginati: possono essere riformate ma non abolite".
Dhaka (AsiaNews) - Almeno sei persone sono state uccise - due a Dhaka, tre a Chittagong e una a Rangpur - per i nuovi picchi di violenza raggiunti a seguito delle proteste degli studenti contro le quote per i posti di lavoro governativi, iniziate all’inizio del mese. La polizia e i sostenitori del partito di governo Awami League hanno infatti intensificato gli attacchi contro i manifestanti. Ad inasprire il clima le dichiarazioni di domenica della prima ministra Sheikh Hasina, secondo cui il governo non può risolvere la questione - introducendo un sistema basato sul merito - a causa di vincoli giudiziari. Inoltre, le proteste sono aumentate perché Hasina ha definito i manifestanti “razakar”, collaboratori dell'esercito pakistano durante la guerra di liberazione del 1971.
In risposta agli scontri di massa scoppiati ieri in varie parti del Bangladesh, inclusa la capitale, tutte le università del Paese sono state chiuse a tempo indeterminato, mentre agli studenti è stato ordinato di lasciare le residenze. La University Grants Commission (UGC) ha dato istruzioni ai vicerettori delle università pubbliche e private. Sono stati chiusi anche gli istituti di istruzione secondaria e superiore, tra cui scuole, college, madrase, istituti tecnici e politecnici. La Bangladesh Chhatra League (BCL), organizzazione studentesca giovanile sostenuta dal partito al governo, è stata accusata di aver attaccato i manifestanti in diverse università fuori Dhaka e Chittagong in almeno sette distretti. A Faridpur, Barisal, Jhenaidah, Kishoreganj, Dinajpur, al Rajshahi College e al Naogaon Government Medical College, almeno 68 persone sono rimaste ferite negli scontri.
Gli studenti hanno chiesto il ritiro dei commenti della prima ministra, e una risoluzione logica, che non avvantaggi come fa l’attuale sistema i parenti dei combattenti per l’indipendenza. Le proteste in corso rappresentano la prima sfida significativa per il governo di Hasina da quando si è assicurata un quarto mandato consecutivo lo scorso gennaio. Anche Saddam Hussain, presidente del BCL, ala studentesca del partito Awami League, ha definito gli studenti in agitazione “fantasmi dei Razakar”. “I movimenti vanno e vengono, ma la Chhatra League rimarrà. Ogni azione sarà ricordato e affrontato. Non un solo incidente resterà senza risposta”, ha detto. “Attualmente non ci sono studenti comuni che partecipano alle proteste per le quote. Non cercano una soluzione, ma mirano a reintrodurre la politica dei razakar”, ha aggiunto.
La polizia metropolitana di Dhaka ha fatto irruzione nell'ufficio centrale del Bangladesh National Party (BNP), principale gruppo di opposizione, a Nayapaltan, Dhaka. Sette membri di organizzazioni affiliate al BNP, tra cui Chhatra Dal, sono stati arrestati. Si sono registrate esplosioni davanti all'ufficio intorno alle 23.30 e gli agenti della hanno recuperato oltre 100 esplosivi artigianali, bottiglie di benzina, manganelli e 60 armi dall'interno.
Importanti leader cristiani si sono opposti alle richieste degli studenti. Nirmol Rozario, presidente dell'Associazione cristiana del Bangladesh (BCA), e il suo segretario generale, Hemant Corraya, hanno dichiarato in un comunicato congiunto: “Recentemente, la società studentesca ha protestato per l'abolizione del sistema delle quote. Nel 2018, seguendo le richieste della società studentesca, il governo ha cancellato il sistema delle quote e nel 2021 alcuni figli di combattenti per la libertà hanno presentato un'istanza all'Alta Corte contro di esso”. Il 5 giugno, l'Alta Corte ha stabilito che l'abolizione del sistema delle quote non è conforme alla Costituzione. Da allora, si sono riaccese le proteste. “È davvero deplorevole che gli studenti stiano umiliando, diffamando e sminuendo i combattenti per la libertà”. Rozario e Corraya hanno inoltre sottolineato che i sistemi di quote sono progettati per creare uguaglianza, dispensando benefici, riconosciuti a livello globale. Pur riconoscendo che si potrebbero prendere in considerazione delle riforme, hanno insistito sul fatto che il sistema delle quote non dovrebbe essere abolito del tutto, poiché avvantaggia i gruppi emarginati.
12/11/2021 13:30
18/03/2021 12:47