Se si permettesse alle donne saudite di guidare, in 10 anni “non ci sarebbero più vergini”
Lo sostiene una relazione del maggiore Consiglio religioso del Paese, alla quale è allegato un rapporto “scientifico”, inviata a tutti i componenti dell’assemblea legislativa. Aumenterebbero omosessualità, prostituzione e pornografia.
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Permettere alle donne saudite di guidare provocherebbe un aumento di omosessualità, prostituzione e pornografia e nel Paese “non ci sarebbero più vergini”. Sono le affermazioni contenute in una relazione che il Majlis al-Ifta' al-A'ala, il maggiore organismo religioso del Paese, ha inviato a tutti i 150 membri dello Shura Council, l’assemblea legislativa (consultiva).
Alla relazione è allegato un rapporto “scientifico” redatto in collaborazione con Kamal Subhi, già docente alla King Fahd University.
La relazione vuole essere una valutazione dell’impatto che avrebbe l’abolizione del divieto di guidare l’automobile che esiste, unico Paese al mondo, in Arabia Saudita ed esce all’indomani della sentenza che ha condannato una donna di 34 anni, Shaima Jastaniya, a una pena di 10 frustate, perché sorpresa a guidare l’auto a Jeddah.
L’abolizione del divieto, sostiene la relazione, entro 10 anni porterebbe a un “declino morale” le cui conseguenze sarebbero la crescita, appunto, di omosessualità maschile e femminile, prostituzione e pornografia e nel Paese “non ci sarebbero più vergini”. A riprova, il professor Subhi riferisce quanto accadutogli nel caffé di un Paese musulmano (che non indica) dove non c’è il bando: “tutte le donne mi guardavano”.
Alla relazione è allegato un rapporto “scientifico” redatto in collaborazione con Kamal Subhi, già docente alla King Fahd University.
La relazione vuole essere una valutazione dell’impatto che avrebbe l’abolizione del divieto di guidare l’automobile che esiste, unico Paese al mondo, in Arabia Saudita ed esce all’indomani della sentenza che ha condannato una donna di 34 anni, Shaima Jastaniya, a una pena di 10 frustate, perché sorpresa a guidare l’auto a Jeddah.
L’abolizione del divieto, sostiene la relazione, entro 10 anni porterebbe a un “declino morale” le cui conseguenze sarebbero la crescita, appunto, di omosessualità maschile e femminile, prostituzione e pornografia e nel Paese “non ci sarebbero più vergini”. A riprova, il professor Subhi riferisce quanto accadutogli nel caffé di un Paese musulmano (che non indica) dove non c’è il bando: “tutte le donne mi guardavano”.
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