Se la Chiesa interviene è per difendere vita, famiglia e libertà religiosa
Roma (AsiaNews) - La difesa della vita, la tutela della famiglia, il riconoscimento del diritto dei genitori ad educare i propri figli e la promozione della libertà religiosa, intesa non solo nella sua dimensione individuale. Sono le concrete manifestazioni nelle quali si esprime il fondamentale interesse che la Chiesa cattolica ha per la dignità della persona e la sua dignità etica e che ne motivano gli interventi, ovunque nel mondo, ed in modo particolare per un’Europa che vuole continuare ad avere un ruolo mondiale. I “Valori e prospettive per l’Europa di domani” a 50 anni dai Trattati di Roma, che crearono le fondamenta dell’attuale Unione Europea, sono stati tratteggiati oggi da mons. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, nel suo intervento al congresso che la Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE) ha organizzato a Roma nell’ambito dei festeggiamenti per il cinquantenario dei Trattati.
“L’Europa – ha detto mons. Bagnasco - è chiamata a superare l’originaria vocazione economica per aprirsi a una più ampia dimensione anche politica e istituzionale”. In questa prospettiva, appare necessaria anche la ricerca di “valori condivisi, sul piano di una unità culturale e spirituale alimentata dal dialogo e del rispetto delle identità”. “Perché il processo di integrazione avviato sia veramente fecondo – ha proseguito il presidente della Cei - occorre che l’Europa riconosca le proprie radici cristiane, dando spazio ai principi etici che costituiscono parte integrante e fondamentale del suo patrimonio spirituale, dal quale la modernità europea stessa attinge i propri valori. Consapevolezza delle proprie radici cristiane – ha sottolineato - non significa in alcun modo negare le esigenze di una giusta e sana laicità, da non confondere con il laicismo ideologico, delle istituzioni europee, ma significa affermare prima di tutto un fatto storico che nessuno può seriamente contestare, perché il cristianesimo appartiene in modo radicale e determinante ai fondamenti dell’identità europea”. Rifiutarsi di riconoscerle “lungi dall’essere espressione di tolleranza - perché la vera tolleranza si fonda sulla libertà religiosa e non sul rifiuto delle religioni - è piuttosto espressione di una tendenza che vuole relegare la religione a fatto esclusivamente privato e soggettivo, elevando il relativismo etico a dogmatismo etico”, come ebbe a sostenere l’allora cardinale Joseph Ratzinger in una conferenza sulla promozione della vita e della famiglia in Europa”, tenuta a Subiaco il primo aprile 2005.
Le Chiese europee, “nel condividere l’impegno comune per valori essenziali quali la giustizia, la pace, la libertà, la solidarietà, la tutela dell’ambiente, riaffermano che questi valori non possono realizzarsi in modo autentico prescindendo dalla dimensione trascendente della persona e dal rispetto di norme che sono iscritte nella natura umana. Interesse principale e fine esclusivo di ogni intervento della Chiesa cattolica, nonché suo spazio naturale di dialogo e di contributo, è la promozione e la tutela della dignità della persona e della sua centralità etica, la quale si esplicita in principi che non sono negoziabili perché espressione e contenuto stesso di tale dignità (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al Convegno promosso dal PPE, 30 marzo 2006).
Da questa concezione e da tali principi derivano in special modo:
- la tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, resistendo a forme di aggressione e di minaccia talvolta mascherate sotto l’apparenza di un malinteso progresso scientifico e sociale: si pensi alla clonazione umana, alla manipolazione genetica, all’aborto, all’eutanasia;
- il riconoscimento e la promozione della famiglia, come relazione fondamentale e naturale tra un uomo e una donna che si apre ai figli, e la sua difesa dai frequenti tentativi di relativizzarla, rendendola giuridicamente uguale o equivalente ad altre forme di unione;
- la tutela del diritto dei genitori ad educare i propri figli.
- il fondamentale diritto alla libertà religiosa, nella sua dimensione non solo individuale ma anche propriamente istituzionale.
Si tratta di principi comuni a tutta l’umanità. Come sottolineato dal Santo Padre Benedetto XVI, ‘l’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Al contrario, tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia stessa’ (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al Convegno promosso dal PPE, 30 marzo 2006)”.