Scrittori cinesi: a Pechino, il gelo della libertà
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – “Il clima politico a Pechino va sempre più verso il gelo”: lo ha dichiarato Gao Yu (v. foto), giornalista politica che ha passato 7 anni in prigione per alcuni suoi scritti e alla quale è vietato lavorare nel suo Paese. Gao, 62 anni, ha partecipato ad Hong Kong al primo incontro di scrittori cinesi da Hong Kong, Taiwan e Cina. Sponsorizzato dall’International Pen, un’associazione internazionale di scrittori, l’incontro si è tenuto per 5 giorni e si è concluso ieri con una richiesta a Pechino di maggiore libertà di espressione.
Alla conferenza hanno preso parte oltre 120 scrittori da Giappone, Corea, Filippine, Vietnam, Nepal, Europa, Stati Uniti, Australia. L’idea era di mostrare simpatia e sostegno agli scrittori cinesi in questo momento di forte censura.
Più di 20 scrittori della Cina popolare, invitati al convegno, non hanno ricevuto il permesso di uscire dal Paese, o sono stati “consigliati” - o minacciati – di non intervenire. Solo 15 scrittori cinesi hanno potuto parteciparvi.
Allo scrittore Qin Geng hanno annullato il permesso di andare ad Hong Kong; altri due – Zan Aizong e Zhao Dagong – sono stati fermati alla frontiera. Zhang Yihe, una scrittrice il cui libro è stato di recente proibito, è stata “consigliata” di non intervenire al convegno.
Il libro di Zhang (“Storie del passato delle stelle dell’opera di Pechino”) è uno degli 8 libri che la censura cinese ha proibito. Le 8 opere sono delle rivisitazioni personali o romanzate del passato storico della Cina del periodo maoista, delle purghe contro gli intellettuali, del Grande balzo in avanti e della Rivoluzione culturale: tutti periodi che il Partito comunista cinese ritiene molto delicate e delle quali blocca ogni studio.
“La recente messa al bando di 8 libri – ha commentato Gao Yu – genera una forte disarmonia nella cosiddetta ‘società armonica’… Non sono sicura che questa sia la via migliore per garantire l’armonia sociale. Anzi, cercare di mantenere la stabilità sociale restringendo la libertà di espressione, è controproduttivo”.
La citazione della “società armonica” allude allo slogan di governo del presidente Hu Jintao, che predica una società più giusta eliminando le contraddizioni sociali. Molti cinesi considerano lo slogan solo una vuota retorica.
30/04/2018 11:25