Sciolto il partito dell’ex premier Thaksin
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – I leader del Partito Thai Rak Thai esprimono una decisa protesta contro la decisione del Tribunale costituzionale che ieri ne ha ordinato lo scioglimento. A Bangkok regna una calma tesa, ma centinaia di poliziotti la presidiano in attesa della dimostrazione prevista per oggi contro il colpo di Stato militare dello scorso settembre.
Il Tribunale costituzionale ha ritenuto il Trt colpevole di gravi violazioni della legge elettorale durante le elezioni di aprile 2006, ne ha ordinato lo scioglimento e ha inibito dall’attività politica per 5 anni oltre 110 suoi esponenti. Il Trt ha vinto le elezioni del 2001 e del 2005 e ha 14 milioni di membri. Le elezioni del 2006 sono state annullate per frodi.
Chaturon Chaisaeng, capo del Trt, definisce la decisione “ingiusta” e ispirata da chi detiene il potere”, “anche se questo potere è fondato sulle canne dei fucili”. Ma invita i seguaci a rispettarla. Oggi ha annunciato l’appello contro il bando dei dirigenti del Trt. Identica la posizione del fondatore del Trt ed ex premier Thaksin Shinawatra, in esilio dal colpo di Stato militare del settembre 2006. Da Londra ha detto, tramite il suo portavoce Noppadol Pattama, che accetta “con umiltà la decisione”, anche se ritenuta “troppo severa”, e ha sollecitato il governo “a tenere le nuove elezioni appena possibile”.
Esperti osservano che la decisione potrebbe suscitare proteste, specie perché ha decapitato la dirigenza del Trt. Il partito, infatti, gode ancora di una diffusa fiducia, specie nelle zone rurali, e i suoi seguaci possono crearne uno nuovo.
Il tribunale costituzionale ha invece prosciolto dalle accuse il Partito democratico, secondo maggior partito. Tra l’altro è stato ritenuto che non ha calunniato il Trt o il suo leader Thaksin, non ha incitato gli elettori all’estensione dal voto, non ha cercato di corrompere candidati di partiti minori per influenzare il voto. Anche Thavorn Sennien, vicesegretario del Pd, e Trairong Suvannakhiri, viceleader del Pd, sono stati prosciolti dall’accusa di avere cercato di impedire a piccoli partiti o a singoli candidati di partecipare all’elezione.
Il Paese ha vissuto la giornata di ieri come un vero “giorno del giudizio” per il proprio futuro, per le conseguenze che avrebbe avuto lo scioglimento dei due maggiori partiti. Analisti osservano che, comunque, la ormai prolungata gestione del potere da parte della Giunta militare, dopo il pacifico colpo di Stato, ha offuscato l’immagine della giovane democrazia, ha reso l’economia stagnante e ha allontanato gli investitori esteri. Il governo militare, installatosi dopo il colpo di Stato, ha promesso una nuova Costituzione e libere elezioni entro la fine del 2007.
14/10/2004