08/03/2010, 00.00
PALESTINA-USA-ISRAELE
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Scetticismo sulla missione Biden per i “negoziati indiretti” tra israeliani e palestinesi

Il vicepresidente americano è a Gerusalemme e ha in programma colloqui non solo con i massimi esponenti delle due parti, ma anche con Giordania ed Egitto. Mercoledì un incontro con Tony Blair. Gli israeliani annunciano nuove costruzioni in Cisgiordania.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - “L’ultimo tentativo” per vedere se si può realizzare una pace tra israeliani e palestinesi. In questi termini il capo dei negoziatori palestinesi, Saeb Erekat, ha espresso questa mattina lo stato d’animo col quale i palestinesi guardano all’avvio dei “contatti indiretti” con Israele, che stanno per essere avviati dagli Stati Uniti.
 
 Oggi l’inviato americano George Mitchell ha in programma un colloquio con il presidente palestinese Mahmoud Abbas e ha già visto (nella foto) il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
 
Le mosse di Mitchell precedono quelle del vicepresidente Joe Biden, che ieri notte ha lasciato Washington per guidare questo tentativo americano e stamane è arrivato in Israele. Biden dovrebbe incontrare domani gli israeliani: il presidente Shimon Peres, il premier Netanyahu e il capo dell’opposizione, Tzipi Livni. Mercoledì egli ha in programma un colloquio con Tony Blair, inviato speciale del Quartetto (Unione europea, Usa, Russia e Onu) e successivamente dovrebbe incontrare Abbas e il premier palestinese Salam Fayyad.
 
La missione di Biden prevede anche di sentire Giordania ed Egitto.
 
Il tentativo americano di rilanciare il processo di pace, fermo dal 2008, viene accolto, però, con scetticismo. "Biden arriva un anno troppo tardi" intitola Haaretz un suo editoriale. A rafforzare tale opinione, la decisione del governo israeliano di consentire la costruzione di 112 nuove case nella colonia di Beitar Illit, in Cisgiordania. Una decisione alla quale oggi la stampa nazionale dà largo spazio, proprio mettendola in relazione con l’arivo di Biden e la richiesta di americani e palestinesi di fermare gli insediamenti nei Territori occupati.
 
Scettici anche i palestinesi. “Ritengo improbabile - ha esplicitamente dichiarato Azzam al-Ahmad un alto funzionario di Fatah -  che questi negoziati indiretti con il governo Netanyahu possano avere successo”. Negoziati, peraltro, che Hamas ha già contestato.
 
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