Scarcerato Liu Zhihua, ultimo detenuto “noto” per le proteste di Tiananmen
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – E’ uscito di carcere Liu Zhihua, ultimo detenuto “noto” tra quelli arrestati per “atti vandalici” compiuti per protesta dopo il massacro di piazza Tiananmen la notte tra il 3 e il 4 giugno 1989, quando l’esercito sparò sui pacifici dimostranti uccidendone centinaia, forse migliaia. Ma i genitori dei giovani massacrati, molti dei quali tuttora ignorano se il figlio è morto o in carcere, continuano a chiedere giustizia e si sono riuniti il 17 maggio.
In protesta per il massacro, Liu e tre altri operai hanno organizzato lo sciopero presso la Xiangtan Electrical Machinery Works, dove lavoravano oltre 10mila operai. L’impianto ha un grande significato simbolico poiché si trova a Xiangtan, vicino a Shaoshan, villaggio natale di Mao Zedong. Liu, che allora aveva 24 anni, è stato condannato all’ergastolo per avere istigato la folla con discorsi antigovernativi. La Fondazione Dui Hua, che ha riportato oggi la notizia, dice che ha poi avuto riduzioni di pena ed è uscito dal carcere Loudi (istituto semisegreto, nell’Hunan) a gennaio, anche se è trapelato solo ora.
La Fondazione ritiene che ci siano altre persone tuttora in carcere per le proteste dal 1989, anche se il loro arresto non ha mai avuto conferme ufficiali.
Intanto il 17 maggio oltre 50 genitori si sono incontrati il 17 maggio a Chaoyang per ricordare i loro figli morti il 4 giugno.
L’organizzatrice Zhang Xianling, che ha perso il figlio di 19 anni Wang Nan, ha spiegato al Centre for Human Rights and Democracy che le autorità hanno autorizzato l’incontro a condizione che non ci partecipassero “estranei” e in specie giornalisti, anche se era una semplice commemorazione.
Dice che “abbiamo cominciato stando in silenzio e in ginocchio davanti alle fotografie dei nostri figli”. Doveva partecipare anche Ding Zilin (nella foto), fondatrice del gruppo Madri di Tiananmen, “ma la polizia le ha proibito di uscire da casa”. Zhang ritiene che Ding e tanti altri non potranno uscire di casa fino a dopo il 20° anniversario del 4 giugno.
Tan Shuqin, 70 anni che ha perso la figlia, in un discorso ha commemorato “i nostri coraggiosi, intelligenti, eroici ed innocenti figli e figlie, che non possiamo dimenticare anche dopo 20 anni”.
Il governo di Pechino considera i giovani del movimento di Tiananmen dei “controrivoluzionari” e non “eroi”.
02/06/2018 10:04