Scandalo vaccini: medici e ospedali contro ministero della Sanità e Agenzia del farmaco
La vicenda dei farmaci contraffatti ha assunto una deriva violenta. Cittadini infuriati hanno assaltato due strutture coinvolte e aggredito personale medico. Il ministero scarica la responsabilità su “capri espiatori” e singoli professionisti. Medici e associazioni ospedaliere promuovono soluzioni immediate per arginare la crisi.
Jakarta (AsiaNews) - Travolto dallo scandalo vaccini contraffatti, parte del sistema sanitario indonesiano passa al contrattacco indicando i responsabili della vicenda e suggerendo un vademecum di comportamento per le famiglie coinvolte. Ieri tre realtà di primo piano - Associazione medici indonesiani (Idi), Associazione degli ospedali indonesiani (Arsi) e Unione degli ospedali indonesiani (Persi) - hanno diffuso una nota congiunta, in cui respingono l’idea “diffusa” di corruzione e inefficienza generale, smontando presunte responsabilità.
Il fenomeno del traffico illegale di vaccini è iniziato nel 2003, ma solo quest’anno è venuto alla luce in tutta la sua portata. Una vicenda emersa dopo la morte di un bambino, al quale era stata somministrata una provetta contente un farmaco contraffatto.
Lo scandalo ha iniziato a propagarsi nei media, costringendo la polizia - a lungo inerte - ad accelerare le indagini; esso, avvertono i vertici Idi, Arsi e Persi, ha “gettato più di un’ombra” sulle strutture mediche del Paese e sui professionisti della sanità, la cui reputazione è stata “infangata”.
Negli ultimi giorni molte famiglie infuriate hanno lanciato pesanti accuse contro medici e personale sanitario, colpevoli di aver “usato” vaccini falsi per un ritorno economico in denaro. Inoltre, il ministero indonesiano della Sanità e l’Agenzia del farmaco (Bpom) avrebbero sfruttato il malcontento comune contro un gruppo di medici, usandoli come “capri espiatori” per nascondere le loro responsabilità.
La scorsa settimana il ministro Nila F. Moeloek ha diffuso i nomi di 14 ospedali e cliniche coinvolte nello scandalo, alimentando le ire e il risentimento di gran parte dell’opinione pubblica.
Un malcontento che, in alcuni casi, è sfociato in episodi di violenza con attacchi diretti a dottori, infermieri e personale sanitario come successo il 15 luglio all’ospedale di Harapan Bunda a East Jakarta e il giorno successivo al St. Elizabeth di Bekasi. Quest’ultima è anche l’unica struttura sanitaria cattolica implicata in qualche modo nello scandalo vaccini contraffatti.
Ilham Oetama Marsis, presidente Idi, punta il dito contro il ministero della Sanità, accusandolo di aver acuito la crisi e fomentato il malcontento comune, gettando una macchia su tutto il sistema ospedaliero nazionale. “Auspichiamo un deciso intervento” aggiunge, perché “la crisi non peggiori ulteriormente”.
I vertici delle tre associazioni hanno quindi promosso alcune soluzioni immediate per affrontare l’emergenza: in primis, mostrare solidarietà alle famiglie colpite dallo scandalo e, al contempo, scongiurare nuove violenze contro medici e sanitari; ministero e agenzia del farmaco devono assumersi la loro responsabilità nella vicenda e fornire soluzioni concrete nell’immediato futuro; inoltre, la maggioranza dei medici e infermieri sono “vittime” di pochi elementi che hanno perpetrato il malaffare; infine, vanno istituiti in breve tempo centri di crisi per ridurre al minimo i disagi e fornire nuovi vaccini ai bambini cui è stato somministrato il farmaco contraffatto.
05/05/2022 12:32