21/06/2016, 10.10
MALAYSIA
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Sarawak: i cristiani celebrano l’iftar insieme ai musulmani

di Joseph Masilamany

Anche l’arcivescovo John Ha ha partecipato alla rottura del digiuno del Ramadan “come segno di amicizia. Oggi vogliamo costruire la pace concentrandoci su ciò che ci unisce”. Organizzato dal Centro di informazione islamico, l’evento si è tenuto nella cattedrale di St. Joseph di Kuching.

 

Kuching (AsiaNews) – I cristiani dello Stato Sarawak hanno accompagnato i musulmani nel rompere il digiuno rituale del Ramadan (iftar). In un momento di amicizia e condivisione organizzato dal Centro di informazione islamico (Iic) e ospitato nella parrocchia della cattedrale di St. Joseph di Kuching, le due comunità hanno festeggiato in armonia.

Lo Stato Serawak, situato nel Borneo, ha una popolazione a maggioranza cristiana ed è considerato la zona “più pacifica della Malaysia”. Mons. John Ha, arcivescovo di Kuching, ha partecipato all’evento ringraziando Zabaria Matali, presidente dell’Iic, per aver ideato l’iniziativa. Il presule ha affermato che una parte dei cristiani presenti ha condiviso anche il digiuno giornaliero con i musulmani, per essere solidali con loro durante il Ramadan.

Nel discorso tenuto durante la serata, l’arcivescovo ha sottolineato l’importanza di un gesto di amicizia interreligiosa come questo, “in una Malaysia multi razziale e multi religiosa, dove possono esserci bruttezza e bellezza, che dipendono da come uno tratta il prossimo. La bruttezza prende la forma del sospetto, del disprezzo, dell’aggressione e della condanna, che portano ad odio e violenza”.

Al contrario, ha continuato, “la bellezza nasce dall’armonia e dalla pace fra persone di fedi ed etnie diverse che si rispettano e che sono come i diversi colori dell’arcobaleno che attraversa il cielo”. La pace, secondo il presule, non è sinonimo di tolleranza, perché “la tolleranza implica un’antipatia reciproca, mentre il mutuo rispetto e l’accettazione tipica dei credenti in Dio fanno spazio per l’altro nella società”.

Tra musulmani e cristiani, riconosce l’arcivescovo, ci sono delle differenze, ma “oggi ci concentriamo su quello che unisce. Sia l’islam che il cristianesimo donano grande attenzione alle pratiche del Ramadan e della Quaresima, che Dio ci ha donato per costruire una relazione con Lui e tra di noi”.

 

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