06/02/2025, 13.15
FILIPPINE
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Sara Duterte abbandonata dai suoi deputati, i giochi di potere dietro l'impeachment

di Stefano Vecchia

Dopo il voto della Camera, il Senato esprimererà il suo giudizio solo a giugno, dopo le elezioni di metà mandato. Anche diversi rappresentanti dell'isola di Mindanao, da cui la famiglia Duterte ha sempre tratto il proprio sostegno, hanno firmato a favore della messa in stato d'accusa di Duterte, segnalando un'indebolimento della sua influenza politica.

Manila (AsiaNews) – L'impeachment della vicepresidente Sara Duterte, approvato il 5 febbraio dal Congresso delle Filippine, apre un nuovo capitolo di tensioni politiche nel Paese a pochi mesi dalle elezioni di metà mandato del 12 maggio. La Camera bassa del Parlamento ha accolto le accuse contro la vicepresidente e ministra dell’Istruzione, imputandole cattiva gestione dei fondi pubblici, accumulo di ricchezze, abuso d'ufficio, violazione colposa della Costituzione e minacce di morte nei confronti del presidente Ferdinand Marcos Jr, della moglie e del presidente del Congresso.

Nonostante le ferme smentite della vicepresidente, 205 deputati su 306 hanno votato a favore dell’impeachment, inlcusi diversi rappresentanti di Mindanao, un’area da cui la famiglia Duterte ha storicamente tratto il suo sostegno. Oltre 40 deputati dell’isola meridionale hanno firmato la messa in stato d’accusa, segnalando un forte calo d’influenza della dinastia politica. 

Ora la decisione passa al Senato, composto da 23 membri che fungeranno da giurati. Per una condanna sarà necessario il voto favorevole di due terzi dei senatori, una soglia difficile da raggiungere, considerando che la maggioranza dell’assemblea risulta meno ostile alla vicepresidente. La vicenda ora però è destinata a intrecciarsi con le elezioni di metà mandato in programma per il 12 maggio: il presidente del Senato Chiz Escudero ha dichiarato, infatti, che non convocherà la seduta durante la pausa pre-elettorale. E nel  prossimo voto verranno rinnovati la metà dei 24 seggi. Se riconosciuta colpevole, Sara Duterte sarebbe la quarto esponente politica di alto livello a subire una condanna dopo l’ex presidente Joseph Estrada nel 2000, un ex presidente della Corte Suprema e un difensore civico.

La sentenza rappresenterebbe un duro colpo per la 46enne vicepresidente anche in relazione ai rapporti con il presidente Ferdinand Marcos Jr, tesi sin dall’inizio del mandato. Le tensioni non sono solo personali, ma riflettono lo scontro tra due dinastie con metodi simili nella gestione del potere, ma con roccaforti elettorali opposte: i Duterte hanno finora dominato il sud, con la città come Davao come bastione (la maggior parte dei deputati in rappresentanza di quest’area non ha firmato a favore dell’impeachment), mentre i Marcos controllano il nord, con Ilocos Norte come centro d’influenza.

Dietro lo scontro emergono anche le ambizioni politiche di Rodrigo Duterte, che, impossibilitato a ricandidarsi alla presidenza, cerca nuove strategie per mantenere il suo ruolo politico. Le elezioni del 2028 saranno un banco di prova cruciale: il clan Duterte punterà dunque a blindare la propria posizione nelle urne, nonostante la crescente opposizione politica.

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