Sale la tensione a Bangkok, pronti alla piazza anche i manifestanti governativi
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - Le "Camicie rosse" sono pronte a scendere in piazza a contro-manifestare in favore del governo thai, in un'escalation di tensione che sembra non finire nonostante gli inviti delle istituzioni alla calma e al dialogo. Dopo settimane di proteste delle "Camicie gialle" guidate dal leader dell'opposizione Suthep Thaugsuban, che vuole cacciare "il clan Shinawatra" dal Paese, ora si annunciano dimostrazioni anche dei governativi e non si escludono possibili "violenze" se i due fronti verranno a contatto.
A nulla sono servite, sinora, le annunciate dimissioni dell'esecutivo guidato da Yingluck Shinawatra, che ha indetto nuove elezioni per il prossimo 2 febbraio; nel frattempo, l'esecutivo intende restare in carica per l'ordinaria amministrazione e per assicurare il regolare ritorno alle urne. Le manifestazioni degli anti-governativi - un mix di esponenti della classe media, monarchici e abitanti del sud - sono le più imponenti dal 2010, quando il regno è stato sconvolto da una serie di rivolte di piazza concluse con un bagno di sangue e la morte di 90 civili.
Obiettivo delle sommossa le dimissioni del governo guidato dalla premier Yingluck Shinawatra, accusata di essere un "pupazzo" nelle mani del fratello Thaksin, multimiliardario ed ex Primo Ministro, in esilio per sfuggire a una condanna a due anni di carcere. In realtà, l'attuale governo è stato eletto nel 2011 in modo democratico nel 2011 e il 28 novembre scorso ha superato in modo netto una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni in Parlamento (297 voti contro 134).
In queste ore il Fronte unito per la democrazia contro la dittatura (Udd), le "Camicie rosse", hanno annunciato che potrebbero scendere presto in piazza per "difendere" il governo. " E vi saranno molte più persone" annunciano i vertici del movimento, "di quante Suthep [Thaugsuban, leader degli anti-governativi] non sia riuscito a racimolarne finora". Nel Paese vi sono "milioni di persone", continuano i "Rossi", che "amano Thaksin, amano la famiglia Shinawatra" e sostengono con forza il Partito di governo Pheu Thai Party. E lanciano un avvertimento finale a Suthep, avvertendolo che è lui, e non Yingluck, che deve "preoccuparsi" delle opinioni e delle reazioni del popolo thai.
Tuttavia, una parte dell'elettorato storico degli Shinawatra potrebbe creare ulteriori fonti di preoccupazioni al governo. Un vasto movimento di agricoltori minaccia blocchi stradali nelle 26 province della nazione, per protesta contro il mancato pagamento da parte dello Stato delle riserve di riso. Dopo la vittoria alle urne, Yingluck aveva annunciato un programma di acquisto da parte del governo di riserve di riso e cereali a 470 dollari per tonnellata, ad un prezzo ben superiore al valore di mercato. L'esecutivo non è riuscito a piazzare le scorte all'estero, vi sono quantità giacenti di invenduto e, nel frattempo, le banche hanno terminato i fondi da destinare ai contadini. "Gli agricoltori sono infuriati - confermano i vertici della Thai Farmers Associations - e sono pronti al blocco del traffico. Sono mesi che aspettano di essere pagati, invano".
Diversi analisti ed esperti di politica thai sottolineano che il governo gode tuttora di ampio consenso in molte fasce della popolazione, soprattutto fra le campagne e nel nord della Thailandia. E, con tutta probabilità, in caso di nuove elezioni potrebbe riconquistare con facilità la guida del Paese. Di contro, i dimostranti pretendono che l'attuale esecutivo sia sostituito da un "Consiglio del popolo", peraltro non eletto dai cittadini e composto da "persone di buona volontà".
Il leader dell'opposizione Suthep Thaugsuban ha affermato che "il movimento continuerà a combattere" sino a che non avrà sradicato "il regime dei Thaksin", il vero obiettivo della protesta. Egli ha chiesto alle autorità di arrestare il Primo Ministro per "tradimento", se non "obbedirà ai nostri ordini". "Aspetteremo ancora tre giorni - ha annunciato il leader dei "Gialli" - e se tutto questo non finirà, i membri della famiglia Shinawatra non troveranno mai più felicità nella loro vita". Dietro l'attacco frontale vi è la speranza che, cacciata la potente famiglia che gode di consenso e voti nel Paese, il Partito democratico possa vincere una tornata elettorale dopo anni di sconfitte alle urne.
13/01/2014