Sagar: inglese alla scuola delle suore. Fondamentalisti: 'Offende sentimenti indù'
In Madhya Pradesh un malinteso durante un'attività didattica strumentalizzato dai gruppi dell'Hindutva per colpire le attività educative delle Sorelle di Santa Elisabetta. Il vescovo mons. Athikalam: "Violenza vergognosa contro donne che da cinquant'anni servono la comunità, lavorando per la crescita della nazione".
Sagar (AsiaNews) - Ancora una volta la vicenda di una scuola cattolica nello Stato indiano del Madhya Pradesh viene strumentalizzata dai fondamentalisti indù per creare discordia. Il 22 luglio è stata presentata una denuncia contro la preside della Vandana Convent School delle Sorelle di Santa Elisabetta, a Guna, dopo che una folla di decine di attivisti dell'ABVP ha protestato e fatto irruzione nei locali dell’istituto, costringendo la preside a “scusarsi” per aver “ferito i sentimenti religiosi”.
Travisando quanto accaduto in una normale attività didattica il quotidiano locale Patrika ha affermato che la preside, sr. Catherine Vatolly, “ha strappato il microfono a uno studente per aver recitato una shloka sanscrita o un verso della Gita”. Una notizia che ha portato l’associazione legata all’ideologia dell’Hindutva a chiedere che la scuola venga chiusa o che gli studenti possano recitare ogni giorno l’invocazione “Jai Shri Ram” nell'assemblea scolastica. In uno Stato che è governato dal Bjp, anche il responsabile dell'istruzione del distretto di Guna, C.S. Sisodia, ha emesso un avviso di garanzia contro l'istituto scolastico, minacciando “provvedimenti”.
Tutto però si fonda su una falsa ricostruzione dei fatti. La scuola dice che l’episodio è avvenuta durante un’attività che era stata programmata per migliorare le competenze linguistiche in inglese. La preside aveva chiesto a due studenti, appena eletti capitani, di tenere un “discorso appropriato” in inglese durante l'assemblea scolastica mattutina. Quando uno dei due ha iniziato a parlare in sanscrito, sr. Catherine l’ha interrotto. “Pensavo stesse parlando in hindi – ha spiegato la religiosa - così ho chiesto loro di parlare solo in inglese. L'ho chiesto due volte, ma credo che non mi abbiano sentito e abbiano continuato a recitare la shloka. Così ho preso il microfono e ho annunciato all'assemblea che un discorso deve avere un'introduzione, un contenuto e una conclusione. Ho dato loro tempo fino a sabato per preparare adeguatamente i loro discorsi. Dopodiché, le attività scolastiche sono proseguite come di consueto, finché il Patrika non ha pubblicato la notizia fuorviante”.
Di qui l’incursione di una folla aizzata dall’ABVP che è rimasta due ore nell’istituto, minacciando ritorsioni per le “attività contro la nazione e l’umiliazione degli indù”. “Ho risposto - continua sr. Catherine - che la mia unica intenzione era quella di chiedere agli studenti di tenere discorsi in inglese per sviluppare le loro capacità. Non ho mai ferito il sentimento religioso di nessuno né lo farò, perché rispetto tutte le religioni”.
La vicenda viene commentata con amarezza ad AsiaNews dal vescovo di Sagar, mons. James Athikalam: “Questa violenza è vergognosa e si inserisce nello schema più ampio di prendere di mira le scuole cristiane – spiega -. Negli ultimi 50 anni la Vandana Convent School ha servito la comunità, lo Stato e ha lavorato per la costruzione della nazione. La maggior parte dei nostri studenti proviene dalla comunità maggioritaria indù e si sono fatti un nome in ogni campo della vita. Le Sorelle di Santa Elisabetta hanno dedicato la loro vita allo sviluppo integrale dei bambini attraverso l'educazione. Vederle trattate così è molto spiacevole”.
11/06/2018 11:38