Sacramenti e testimonianza: i vescovi dell’Asia per la nuova evangelizzazione
Xuan Loc (AsiaNews) - Un ringraziamento all'opera dei "missionari stranieri" e dei "martiri vietnamiti", che hanno permesso di piantare il seme della fede nel Paese. E un richiamo all'importanza dei sacramenti, quale via di "riconciliazione" con Dio e di "testimonianza" verso quanti non hanno ancora incontrato Cristo e il Vangelo. Attorno a questi punti si concentreranno i lavori dei delegati - cardinali, vescovi e sacerdoti - che partecipano alla 10ma Assemblea generale della Conferenza dei vescovi asiatici (Fabc), in programma dall'11 al 15 dicembre a Xuan Loc, nel sud del Vietnam. La giornata conclusiva si terrà invece il 16 dicembre nell'arcidiocesi di Ho Chi Minh City, con la celebrazione di una messa solenne. L'ospitalità dell'evento ecclesiale nel Paese socialista, come sottolinea il rappresentante non permanente della Santa Sede mons. Leopoldo Girelli, "è un segno dei tempi".
Alla conferenza di apertura dei lavori hanno partecipato 200 personalità della chiesa dell'Asia, fra cui sei cardinali, 113 arcivescovi e vescovi, monsignori e sacerdoti. Fra questi l'inviato del papa card Oswald Gracias e mons. Leopoldo Girelli. L'apertura dei lavori ha registrato anche la presenza di alte personalità del governo di Hanoi, tra le quali Pham Dung, vice ministro degli Interni e capo del Comitato governativo per gli Affari religiosi. Intervenendo all'assemblea, il ministro Pham Dung ha salutato i presenti e manifestato "apprezzamento" per la Chiesa cattolica locale, che "ha contribuito allo sviluppo della nostra nazione, in special modo alle [opere di] riforme".
Il card Gracias, segretario Fabc e coordinatore dei lavori, ha spiegato che la nascita della Conferenza è uno dei frutti del Concilio Vaticano II e quest'anno essa festeggia i 40 anni di vita (1972-2012). Come sottolineato da alcuni sacerdoti locali, per la prima volta un summit cattolici di portata internazionale si tiene in Vietnam, nazione socialista, ed è occasione per i fedeli del Paese e per tutte le Chiese dell'Asia di conoscenza e aiuto reciproco. Per questo egli ha volto sancire i "buoni rapporti" fra Santa Sede e Hanoi, ricordando che la Chiesa "non si occupa di politica" ma "di attività spirituali e pastorali".
La Fabc è nata il 16 novembre 1972 grazie alla volontà dell'allora papa Paolo VI. Essa include oggi le Conferenze episcopali di Bangladesh, India, Indonesia, Giappone, Kazakistan, Corea del Sud, Laos, Cambogia, Malaysia, Singapore, Brunei, Myanmar, Pakistan, Philippines, Sri Lanka, Taiwan, Thailandia e Vietnam. A questi si aggiungono altre 10 realtà affiliate: Hong Kong, Macao, Mongolia, Nepal, Kirghizistan, Siberia (Russia), Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan e Timor Est. In un continente, l'Asia, dove solo il 2,9% della popolazione è cattolica su un totale di 3,5 miliardi di persone.
"Il tema di quest'anno - sottolinea l'inviato del Papa - sono le sfide che le Chiese dell'Asia devono affrontare" in questo periodo di cambiamento. Per questo, aggiunge il card Rosales, è importante "rivedere la missione" alla luce di due eventi attuali e contemporanei: l'Anno della fede e il Sinodo dei vescovi, che si è tenuto a Roma nell'ottobre 2012. Il porporato filippino invita i fedeli alla "ri-evangelizzazione" attraverso i sacramenti, fra i quali "battesimo, cresima, eucaristia e confessione", perché solo attraverso la riconciliazione con Dio è possibile raggiungere "pace e felicità di cuore". A questo si unisce il compito di "testimonianza" ai non cattolici, perché anch'essi possano incontrare e "riconoscere Gesù".
L'arcivescovo Peter Nguyen Van Nhon, presidente della Conferenza episcopale vietnamita, dedica un ringraziamento particolare ai "missionari stranieri" che hanno svolto un ruolo da "pionieri nel gettare il seme della fede". Esso è stato quindi innaffiato dal "sangue dei martiri vietnamiti", che hanno contribuito all'opera di annuncio. Adesso "la nostra missione è portare la Buona Novella a tutti". Per il rappresentante non permanente in Vietnam "la conferenza Fabc è un segno" dei tempi che cambiano. Il prelato invita i Paesi asiatici a una "nuova evangelizzazione" dentro e fuori la Chiesa. Mons. Girelli chiede un approccio positivo all'apprendimento del catechismo e "una fede salda e profonda". Da ultimi egli si appella ai parrocchiani, che sono "testimoni" ultimi del Vangelo "nella vita di ciascuno".