Russia, con la legge anti-estremismo aumentano le aggressioni contro Testimoni di Geova e pentecostali
Mosca (AsiaNews) - Nella provincia di Rostov, nel sud della Russia, l'uso strumentale della legge contro l'estremismo per perseguitare comunità religiose di minoranza ha portato a un aumento di atteggiamenti sociali intolleranti, che colpiscono con aggressioni fisiche e verbali soprattutto i protestanti e i Testimoni di Geova. A denunciarlo sul Ezhednevni Zhurnal è un articolo a firma di Ksenia Sergazina, esperta del centro Sova, che monitora gli episodi di intolleranza in tutto il Paese.
Nel mirino degli inquirenti continuano a esserci i Testimoni di Geova a Tagarong. Qui il prossimo 25 novembre è fissata la prima udienza del processo contro 16 dei loro membri, incriminati lo scorso aprile per aver per aver rimesso in piedi la comunità locale di questa organizzazione religiosa internazionale, bandita quattro anni fa. Nel 2009, infatti, la Corte suprema della Federazione russa ha confermato la sentenza del tribunale di Rostov, che imponeva lo scioglimento e il bando delle comunità di TdG a Taganrog, Neklinov e Matveevo-Kurgan, perché "estremiste". I difensori dei diritti umani hanno denunciato l'uso illegittimo della legge contro l'estremismo e chiesto che la Russia rispetti il diritto alla libertà religiosa.
Ma gli appelli alle autorità non sono serviti. Anzi: senza aspettare neppure l'esito del processo, lo scorso 28 ottobre, gli organi inquirenti di Rostov sul Don hanno annunciato di aver posto sotto indagine altri cinque TdG. Ufficialmente, l'accusa è quella di "non aver rinunciato alla loro fede e di aver continuato a studiare insieme la Bibbia", nonostante il bando. Tutti e cinque hanno ora l'obbligo di non lasciare la città. Tra di loro anche una coppia di pensionati, di cui il marito - Vladimir Chesnokov - fu già perseguitato ai tempi dell'Urss per la sua fede.
L'articolo denuncia l'uso "strumentale" della legge volto a discriminare e perseguire le "opposizioni religiose", quelle comunità cioè che promuovono valori ritenuti non allineati a quelli tradizionali russi. In passato, sono stati ritenuti "estremisti" e quindi banditi dal Paese non solo testi dei TdG, ma anche quelli musulmani e di Scientology. Possederli, usarli per liturgie e persino citarli è stato paragonato alla partecipazione ad attività estremiste.
Come conseguenza di questa persecuzione giudiziaria, si è assistito nel 2013 all'aumentare di aggressioni e intolleranza nei confronti di queste minoranze. Da gennaio a novembre 2013, la gran parte delle vittime è stata musulmana (31), TdG (13), pentecostale (3) e anche ortodossa (2). Cinque sono stati minacciati di morte, mentre gli altri sono stati picchiati da gente comune, polizia o personale dell'Fsb, i servizi di intelligence russi. I Testimoni di Geova sono presi di mira in modo particolare non solo nella provincia di Rostov, ma anche a Mosca, Lukhovitsy, Omsk, Yoshkar-Ola, Voronezh, Cheliabinsk e Kirov.
L'articolo si conclude con un appello a non rimanere indifferenti davanti a questa escalation di violenza. "Si può immaginare la portata del fenomeno guardando indietro alle persecuzioni dei credenti durante l'Urss - scrive la Sergazina - nella Russia moderna la differenza è che solo certi gruppi vengono perseguitati, ma questo non deve rendere più accettabile quella che è una violazione della libertà di coscienza".
26/11/2019 11:53